Il fatto
11.06.2025 - 15:10
I giudici del Tribunale del Riesame di Latina hanno annullato il sequestro del discusso centro commerciale all’angolo tra via del Lido e la strada statale Pontina, nell’ambito dell’inchiesta per lottizzazione abusiva e violazioni in materia paesaggistica che si appresta ad approdare in aula per il processo penale. Il collegio presieduto dal giudice Elena Nadile ha infatti accolto il ricorso presentato dalle società Punto Immobiliare Srl, Eurospin Lazio Spa e Latina Green Building proprietarie delle medie strutture di vendita, disponendo l’immediata restituzione degli immobili.
Così facendo i giudici hanno ribaltato la decisione assunta dal giudice per le indagini preliminari Mara Mattioli che all'inizio di aprile aveva accolto la richiesta di sequestro, finalizzata alla confisca, avanzata dal pubblico ministero Giuseppe Miliano sulla base delle indagini svolte dai carabinieri del Nipaaf del Gruppo Forestale di Latina.
Non si conoscono ancora le motivazioni della decisione presa a margine dell’udienza di ieri, perché saranno depositate entro i termini di legge, ma ha prevalso certamente la linea della difensa delle società costruttrice e proprietaria del compendio immobiliare, che puntava con decisione sul ne bis in idem, ossia il principio secondo il quale l’immobile non poteva essere sequestrato una seconda volta. Nel primo caso, i sigilli erano stati annullati già due volte dal Riesame, con la Cassazione che aveva però confermato le risultanze dell’inchiesta, ossia che il megastore è palesemente viziato da una serie di gravi violazioni alle norme edilizie, dal mancato rispetto della distanza dalla statale Pontina alla suddivisione in tre medie strutture di vendita per aggirare la classificazione in centro commerciale, fino ad arrivare all’utilizzo di particelle destinate a verde per realizzare i parcheggi, oltre all’abbattimento del bosco preesistente senza autorizzazione. Tant’è vero che nel frattempo il sostituto procuratore Miliano ha ottenuto la citazione diretta a giudizio per i quattro indagati in concorso tra loro, ossia il costruttore Luigi Corica, la progettista Vivana Agnani e i tecnici comunali del Suap, l’ex dirigente Stefano Gargano e il funzionario Mario Petroccione, ora imputati.
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