Faccia a faccia
30.06.2025 - 09:30
Dopo anni alla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Luigia Spinelli è tornata a Latina come procuratore aggiunto. Un ritorno solo formale, perché il legame con la provincia pontina non si è mai interrotto: «Anche da Roma ho continuato a occuparmi del sud pontino e delle sue criticità, dai reati mafiosi al traffico di stupefacenti».
L’esperienza romana le ha permesso di crescere professionalmente, confrontandosi con magistrati e investigatori di alto livello. Ma tornare a Latina, spiega, era un obiettivo preciso: «Conosco questo territorio e voglio continuare a servirlo».
Tra le criticità evidenziate, la scarsa propensione dei cittadini a denunciare. «Reati come usura, estorsione e corruzione emergono raramente da denunce spontanee. C’è ancora paura. Lo Stato non chiede atti di eroismo, ma collaborazione. E serve più fiducia nella giustizia».
L’infiltrazione della criminalità organizzata resta un pericolo concreto, come dimostrano recenti inchieste e lo scioglimento del Comune di Aprilia. «Le mafie locali sono radicate, ben armate e con grande capacità di controllo del territorio. Dopo aver guadagnato con la droga, reinvestono nel tessuto economico, cercando legami con la pubblica amministrazione. È lì che il rischio diventa sistemico».
Preoccupa anche la criminalità minorile e la diffusione del consumo di cocaina tra i più giovani. «Assistiamo a episodi sempre più violenti, spesso legati allo spaccio. Il contatto con questi ambienti altera profondamente il percorso educativo dei ragazzi».
Sui reati legati al Codice rosso, i numeri parlano chiaro: «Riceviamo in media dieci notizie di reato al giorno. Forse le violenze ci sono sempre state, ma oggi le vittime denunciano di più. Questo anche grazie a una rete di protezione più efficace».
Tra i reati più avvertiti dalla popolazione, furti in casa e truffe agli anziani. «Servirebbero più telecamere e un sistema di videosorveglianza funzionante. Sul fronte delle truffe, positiva la recente riforma che ha reso questi reati procedibili d’ufficio e arrestabili in flagranza».
Anche il caporalato resta una piaga. «Abbiamo firmato un protocollo operativo, ma la repressione non basta. Serve prevenzione, controlli efficaci, ma anche aiuti agli imprenditori per affrontare l’alto costo del lavoro».
Sul piano operativo, la Procura è ben organizzata, anche se non ancora al completo. «Nei prossimi mesi arriveranno nuovi magistrati e questo ci permetterà di rafforzare l’attività su tutti i fronti».
L’intervista completa in edicola con Latina Oggi.
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