Il fatto
13.07.2025 - 08:00
Un insospettabile 64enne residente vicino Latina è agli arresti domiciliari con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico. E’ il bilancio di un’ inchiesta condotta dalla Procura di Roma, denominata Fat Man, portata a termine nei giorni scorsi in tutta Italia. Il presunto responsabile delle condotte contestate è già stato interrogato dal giudice che ha convalidato l’arresto applicando la misura restrittiva degli arresti domiciliari, ritenuta la più idonea per le condotte contestate.
Il 64enne è finito al centro di una inchiesta insieme ad altre cinque persone residenti tra la provincia di Roma e Livorno, altri tre sono agli arresti domiciliari, gli altri sono indagati a piede libero. In base a quanto è emerso non si conoscono tra loro.
Nell’inchiesta è stato coinvolto anche un ingegnere informatico e un amministratore di condominio ma anche un insospettabile padre di famiglia.
Nel corso di una perquisizione scattata nei giorni scorsi gli investigatori della Polizia Postale delegati dalla Procura di Roma, hanno trovato nei computer degli indagati migliaia e migliaia di video con abusi su minori. La Procura contesta la produzione di materiale pedopornografico. L’inquietante scoperta è avvenuta quando i detective, hanno controllato gli hard disk e i pc dove in base a quanto è emerso c’erano video e foto con minori che subivano atti sessuali. Dai successivi riscontri della Polizia Postale è venuto alla luce che ad esempio - come nel caso dell’ingegnere informatico - che alcune foto erano state archiviate in base all’età delle vittime. Nei giorni scorsi il blitz in casa dell’uomo. La Procura di Roma ha delegato la Polizia Postale di Latina che ha condotto una perquisizione che ha portato poi all’arresto del 64enne. L’operazione è scattata anche con agenti sotto copertura che hanno monitorato i sei indagati che grazie a vecchie piattaforme di condivisione tra cui eMule, scaricavano i contenuti illeciti. Quando è scattata la perquisizione delegata dalla Procura, avevano il personal computer acceso e molti supporti digitali sono stati sequestrati.
Tutto questo grazie a uno dei software investigativi molto avanzati sotto il profilo tecnologico che hanno permesso alla Polizia di localizzare i pc e di conseguenza i punti di maggior traffico. L’indagine è stata condotta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica del Lazio, la Polizia ha sequestrato un vero e proprio archivio degli orrori.
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