“Troviamo apprezzabile che il Consiglio dei Ministri abbia deciso di approfondire il DDL Commercialisti, in ragione di riconosciute criticità che rischierebbero di produrre una riforma priva della necessaria portata innovativa per il rilancio della categoria e per aumentarne l'attrattività soprattutto verso i giovani, con benefici anche per il sistema Paese”, ha dichiarato Raffaella Romagnoli, Presidente dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Latina.
“Gli avvocati, invece” - ha proseguito Romagnoli – “sono giunti ad un progetto normativo organico con esclusive rimarcate come il patrocinio (anche presso la Cassazione Tributaria) o nuove, come la consulenza legale finalizzata alla cause. Per i commercialisti, all’opposto, un testo di riorganizzazione e riordino sulla base delle attribuzioni esistenti di cui alle norme vigenti, e senza esclusive”.
Romagnoli sottolinea come, nel testo attuale, la previsione centrale dell'art. 2, lettera a), abbia tradito le attese: “Quella che doveva essere la riparametrazione innovativa delle competenze del commercialista si è tradotta – riprendendo la proposta del CNDCEC - ad un semplice riassunto delle norme vigenti, con una legge delega che delimita l’ambito ad una mera riorganizzazione delle attività dei commercialisti, introducendo anche le specializzazioni non assistite da esclusiva, invise alla maggioranza dei colleghi. Restano quindi inascoltate le esigenze degli iscritti che dalla nuova legge professionale volevano rassicurazioni in termini di prospettiva, di competenze e, perché no, di esclusive, che altri ottengono. Tutte le ulteriori previsioni sono da corollario e appaiono frutto di una visione totalmente scollata dalla realtà e dai bisogni della categoria. Bisogni che nulla hanno a che vedere con il nuovo metodo elettivo del CN che, invece, sembra essere il solo vero interesse del Consiglio Nazionale dei Commercialisti.Né risulta che il CN abbia chiesto di rimodulare il DDL commercialisti sui possibili effetti della nuova esclusiva attribuita agli avvocati sulla consulenza legale finalizzata alle cause che, a seconda delle interpretazioni, potrebbe determinare sovrapposizioni conflittuali, ad esempio in materia concorsuale, societaria, tributaria. Campi di assistenza tipica del commercialista che, se riguardati esclusivamente nell’ottica di una causa - che il cliente subisce o vuole avviare - potrebbero essergli preclusi, con enorme ridimensionamento dei propri ambiti di consulenza professionale”.
"In questo contesto - conclude Romagnoli – è essenziale che la riforma venga condotta con un approccio che valorizzi i punti di contatto ma anche le differenze con le professioni contigue, definendo una mappa chiara dei confini esclusivi e di quelli condivisi. Solo così potremo garantire un sistema professionale moderno ed organico, che superi deleteri approcci divisivi, favorendo crescita e benefici per tutti".