Il caso
08.12.2025 - 20:30
Era stato arrestato ed era finito in carcere ma non aveva comunicato direttamente al suo datore di lavoro l'assenza. Alla fine l'azienda lo ha mandato via. Il licenziamento è legittimo secondo il giudice del lavoro di Latina Umberto Maria Costume che ha emesso la sentenza rigettando il ricorso di un lavoratore che aveva impugnato il licenziamento sostenendo di aver avvertito un collega. Nella sentenza il giudice sottolinea che l'impossibilità di presentarsi al lavoro - come nel caso dell'arresto - è ovviamente un motivo idoneo e valido ma che il lavoratore ha anche l'obbligo di comunicare tempestivamente ed efficacemente la sua assenza per mettere l'azienda nelle condizioni di organizzarsi e assumere eventuali provvedimenti.
Secondo il giudice non ha rilevanza che il datore di lavoro possa apprendere in maniera informale che il dipendente sia stato arrestato. I fatti contestati sono avvenuti nell'ottobre del 2023. Il giudice ha aggiunto che: "una comunicazione verbale per interposta persona, in modo assolutamente incompleto non è idonea a giustificare un'assenza che si è protratta per lungo tempo senza alcuna notizia ufficiale". Il ricorso è stato respinto e per il lavoratore che aveva impugnato il licenziamento è arrivata la ondanba alla rifusione di spese di lite in 4629 euro.
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