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Il caso

Colazingari pronto a candidarsi: «Non posso più stare con Coletta e Lbc»

L'ex esponente civico al centro di alcune proposte politiche, ma sicuro di non voler tornare con l'ex sindaco: «Nel centrodestra Celentano è la scelta migliore»

Colazingari pronto a candidarsi: «Non posso più stare  con Coletta e Lbc»

Nel quadro politico attuale con civici prestati alla politica, e viceversa, e l'interesse crescente verso l'area moderata i riposizionamenti tra partiti e coalizioni sono una possibilità concreta e in questa chiave molta curiosità desta la fase, in corso d'opera, di formazione delle liste per i candidati a sindaco. In questi giorni si parla di un possibile riposizionamento anche di Massimiliano Colazingari, presidente del consiglio nella prima consiliatura Coletta, poi candidato nella lista Per Latina 2032 e unico rieletto tra i consiglieri Lbc della tornata 2016 insieme a Valeria Campagna. Colazingari aveva recentemente sostenuto con forza il metodo delle primarie, espressione di democrazia necessaria in una coalizione con anime diverse, ma non aveva nascosto una forte critica a Damiano Coletta e a Lbc sia per la gestione dell'amministrazione sia per l'atteggiamento successivo dell'ex sindaco nel primo confronto con il Pd. Oggi ribadisce la sua posizione non nascondendo di essere attratto da alcune proposte che gli sono arrivate, anche dal centrodestra. Si parte dal no senza ripensamenti a Coletta.

«La candidatura dell'ex sindaco alle primarie non è sicuramente la più attrattiva espressa dalla coalizione e non la sosterrò il 2 aprile. Le motivazioni sono semplici: ritengo che l'incapacità maggiore di Coletta sia stata quella di non dare luogo a un governo della città basato sulla competenza, un fatto evidente nelle sue scelte sia politiche che amministrative. Le figure assessorili di questi anni, tranne qualche raro caso, non si sono mostrate all'altezza, la stessa gestione amministrativa ha mostrato evidenti limiti sul fronte delle risorse umane e dell'individuazione delle figure dirigenziali non adeguate e non guidate ad un agire responsabile e risolutivo sia dalla direzione generale del Comune che dai vertici politici. Coletta veniva da un altro mondo e doveva affidarsi nella gestione di un Comune capoluogo a figure che avessero skills adatte per operare nella pubblica amministrazione. Poi c'è stata mancanza di visione politica e di senso pratico, amministrare vuol dire essere concreti e portare a termine procedimenti amministrativi con risultati visibili. Certo, non si può parlare solo di buche, come dice l'ex sindaco, ma si può sperare che la parte amministrativa viaggi almeno su livelli di qualità accettabili che a Latina non si sono visti in questi anni». Ma la critica non risparmia neanche i Partito Democratico. «Anche da parte del Pd ci si aspettava un corso nuovo - spiega Colazingari - forse l'effetto Elly Schlein non poteva essere replicato così velocemente, ma si potevano fare scelte di rottura, mentre invece ho la sensazione che si abbia ancora a che fare con una struttura legata ad un vecchio corso, nel quale si azzarda poco e non del tutto slegata dai precedenti schemi e tatticismi interni.

Il centrodestra e Colazingari
Diversa è invece la valutazione sulla candidata del centrodestra, Matilde Celentano. «Ho appreso con piacere della candidatura della Celentano - spiega - alla quale mi lega un rapporto di affetto e stima costruito in sei anni di legislatura, perché nella veste di presidente del consiglio ho cercato sempre di relazionarmi con l'opposizione con rispetto e collaborazione. Matilde Celentano è stata un ottimo presidente della commissione trasparenza, direi forse il migliore di quelli che si sono avvicendati nella legislatura. Credo che il centrodestra abbia espresso il miglior nominativo possibile specialmente in questa fase nella quale il trend è quello di garantire nelle candidature la presenza di figure femminili importanti. Ricordo poi il suo ruolo sul fronte del sociale, dal momento che è stata protagonista di una buona attività della commissione welfare durante un assessorato, quello della Ciccarelli, che ha espresso forse il miglior risultato amministrativo». Colazingari spiega però che «quella della Celentano è una posizione che non posso condividere in toto perché appartenente ad una forma mentis politica troppo distante da me, ma la scelta di calare nella coalizione una lista del sindaco a sua immagine e somiglianza potrei condividerla». Colazingari si candierà dunque? «Sono lusingato dal riconoscimento bipartisan della politica registrato in questa fase- spiega - e delle offerte di candidatura, sia all'interno di liste civiche che di partito. Avevo deciso di non scendere in campo, ma non nego che ci sono alcune proposte interessanti, specie una, che sto valutando e non escluderei di potermi proporre nuovamente come candidato al consiglio in una nuova veste». Quello su cui Colazingari è certo, a questo punto, è dove non vuole stare. «Posso dire con certezza che non mi potrei ritrovare in una coalizione dove il candidato sindaco dovesse essere Damiano Coletta come vincente delle primarie. La presenza di Lbc di cui ho fatto parte ma nel quale non riesco più a riconoscermi, precluderebbe la mia presenza all'interno di questa coalizione. Necessariamente dovrei optare per altri scenari».

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