Cerca

Il caso

L'influenza dei calciatori arabi preoccupa Procaccini

Il parlamentare europeo di Terracina presenta uno studio sull'influenza dei calciatori arabi: «Rischio proselitismo»

L'influenza dei calciatori arabi preoccupa Procaccini

Il calcio come stumento di diffusione della cultura islamica in Europa, con protagonisti alcuni degli Stati mediorientali nell'occhio del ciclone in quanto a rispetto dei diritti umani, libertà e democrazia. E poi ancora i ricchi paesi come Qatar e Arabia Saudita che con la forza del denaro acquistano campioni dall'Europa e puntano a conquistare, anche con manovre grigie, l'organizzazione dei grandi eventi mondiali legati al calcio. E' stato questo il tema della conferenza stampa di ieri alla camera tenuta dal gruppo di Fratelli d'Italia Ecr e promossa dal parlamentare europeo Nicola Procaccini. Il convegno ha presentato una serie di approfondimenti, racchiusi in un report in cui si evidenziano le forme concrete di attuazione di questo soft power attraverso il calcio.

Procaccini: «Rischi evidenti»
«Come fenomeno di carattere sociale ed economico importante per l'Europa, il calcio può rappresentare anche uno strumento di soft power tramite cui gli Stati musulmani, attraverso massici investimenti, possono favorire l'islamizzazione dell'Europa stessa - ha detto Nicola Procaccini - Sono necessari adeguati controlli sul fiume di denaro già in circolazione in Europa e che, verosimilmente, è destinato ad aumentare nei prossimi anni. Una forma di penetrazione del mondo islamico in Europa che dobbiamo stare attenti a non far diventare una attività per agevolare fenomeni di radicalizzazione. I recenti, faraonici investimenti nel calcio che vedono protagonisti alcuni Stati arabi attraverso sponsorizzazioni e acquisti di club, tendono sempre più a fare del calcio una forma di soft power molto insidiosa». Poi ha aggiunto: «Mentre a Cristiano Ronaldo è stato vietato di farsi il segno della croce, Benzema può tranquillamente pregare Allah prima di entrare in campo. Una serie di calciatori svolge la funzione di influencer del mondo islamico e lo fanno talvolta in favore di Hamas, soffiando sul fuoco. Nulla è casuale».


Usare lo sport per ripulire l'immagine sui diritti violati
Dai fenomeni e dati presentati emerge come lo sport, e il calcio in particolare attraverso sponsorizzazione ed acquisto di club, rappresentano una formidabile forma di investimento per realizzare almeno due grandi obiettivi per gli Stati arabi. «Da un lato, questi investimenti sono utilizzati per diversificare l'economia lontano dal petrolio e dai settori legati alle proprie materie prime. Investire nello sport per numerosi Paesi arabi è una vera e propria necessità strategica, una via quasi obbligata per poter crescere al di fuori del Golfo. Dall'altra, c'è lo sportwashing: Stati in cui molti dei diritti umani basilari non vengono rispettati hanno bisogno di ripulire e accreditare la propria immagine a livello internazionale e il calcio è uno straordinario strumento per attrarre consensi, simpatie presso le opinioni pubbliche e aprire o rafforzare canali diplomatici, per essere meglio accettati dall'opinione pubblica e dalle istituzioni dei Paesi occidentali», hanno spiegato i partecipanti al convegno, tra i quali il giornalista e scrittore Rocco Bellantone, dell'antropologa e ricercatrice francese Florence Bergeaud Blackler, del giornalista del Sole 24 Ore Marco Bellinazzo; e di Andrea Stramaccioni, commentatore sportivo televisivo.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione