Politica
20.10.2025 - 20:38
Dopo la chiusura delle Feste dell’Unità che hanno superato ogni aspettativa di partecipazione, la Direzione provinciale del Partito Democratico di Latina si è riunita il 17 ottobre per la prima volta dall'ultimo Congresso straordinario unitario di luglio. Un’assise rinnovata nel 60% dei suoi componenti e chiamata a tracciare la rotta politica in un momento storico dominato da insicurezza globale e incertezze locali.
La relazione del segretario provinciale, Omar Sarubbo, ha subito messo a fuoco il nodo cruciale della fase attuale: la necessità di ricostruire un terreno di fiducia in una società logorata dalla paura e dal ripiegamento individuale, uno scenario in cui, «con abile cinismo, si è avvantaggiata la destra, cavalcando l’inquietudine della società».
La questione sociale e la paura del futuro
Il segretario ha rimarcato come il Partito Democratico debba assumersi la responsabilità di farsi carico della questione sociale, restituendo alla politica la capacità di essere uno strumento utile e concreto per le persone, in particolare per coloro che rischiano l'emarginazione. «In un contesto mondiale dominato da insicurezza, disuguaglianze e timore del futuro - ha dichiarato Sarubbo - dobbiamo pensare a quanti non arrivano a fine mese e rinunciano alle cure, ai giovani senza speranza nel futuro, al mondo produttivo – imprese e lavoratori – abbandonato dal Governo e minacciato dai dazi di Trump. È nostro dovere offrire un modello politico che non sia solo dibattito, ma soluzione».
La proposta delle aree omogenee
Il Pd pontino segna un punto di svolta nella propria strategia, scegliendo di riportare con urgenza la discussione e l’iniziativa politica sui temi propri della provincia, una scelta che Sarubbo definisce «necessità politica urgente, non un ripiego». La critica parte dalla constatazione di un vuoto istituzionale: a causa della riforma che ha svuotato le Province di deleghe e risorse, è venuta meno la capacità di programmare politiche di comprensorio e di area vasta. In questo vuoto, il Pd intende assumere una responsabilità chiara: «Elaborare proposte per aree omogenee sovra-comunali, perché i problemi reali conoscono meglio i confini naturali e sociali che non quelli amministrativi».
È da questa impostazione strategica che sono nate alcune delle principali iniziative politiche del partito, tradotte in proposte legislative e mozioni concrete per il territorio: dalla proposta di legge regionale per la valorizzazione del comprensorio lepino a quella per l’istituzione dello psicologo di base. Ma l'agenda è ampia e tocca tutti gli ambiti sociali ed economici: il protocollo provinciale per la sicurezza nei cantieri pubblici, l’osservatorio sui cambiamenti climatici, il salario minimo comunale, e le campagne per la legalità e il contrasto al caporalato.
L’Opposizione "durissima" e la crisi della destra
Il segretario dem ha riservato un passaggio netto e senza sconti all’azione di opposizione. «Deve essere durissima» ha avvertito Sarubbo, definendo la maggioranza di centrodestra come «la peggiore d’Italia«. L’accusa è quella di essere una destra «professionista nel raccontare i problemi e pessima nel risolverli», unita solo dall’ambizione di potere. Le prove di questa debolezza sarebbero già visibili nelle profonde divisioni emerse su temi chiave per il territorio, come la gestione di Acqualatina e lo scontro sulle sigle dello sviluppo (tra ZES e ZLS). «Le crisi interne alle amministrazioni del capoluogo e Terracina sono il sintomo di un immobilismo che penalizza quotidianamente la cittadinanza» ha incalzato il segretario.
Rinnovamento e nessuna diaspora
Rispetto alle polemiche generate da alcune singole uscite dal partito, Sarubbo ha liquidato la questione con fermezza, respingendo ogni «descrizione caricaturale del Pd» e ogni ipotesi di «diaspora in corso».
«In provincia, tra chi lascia e chi aderisce, il saldo è quantitativamente e qualitativamente positivo» ha chiarito. Il segretario ha inquadrato le fuoriuscite come un "effetto fisiologico" e persino necessario del progetto di rinnovamento del Partito. «Perché il cambiamento, per sua natura, respinge e allontana rendite di posizione e opportunismi» ha concluso, riaffermando la solidità del progetto interno. In chiusura, un pensiero alla strategia di coalizione: il Pd si impegna a cercare con i potenziali alleati del centrosinistra – civici e politici – «un rapporto proficuo e più strutturato per sottoscrivere nei singoli territori un patto programmatico per l’alternativa al blocco conservatore»".
Nei prossimi giorni, il partito definirà gli incarichi esecutivi provinciali e insedierà la Commissione di Garanzia. «Ora - ha concluso Sarubbo - dobbiamo attrezzarci e lavorare per giocare a testa alta le partite delle prossime elezioni: amministrative, regionali e politiche».
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