Il caso
12.12.2023 - 15:30
«Terracina non investe un euro nei beni culturali, ma in Consiglio si fanno la guerra per un ombrellone in più o uno in meno sulle spiagge. È una città protesa al solo servizio della balneazione, che ignora il grande giacimento di beni culturali che possiede. È un luogo in cui non mi sento più a mio agio». Parole di Fabrizio Di Sauro, ex candidato sindaco e consigliere comunale di opposizione, almeno fino a ieri sera: l'esponente ha firmato le sue dimissioni.
La cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vaso, quello di Di Sauro, riguarda l'atto relativo all'istituzione del Parco Archeologico, di cui si doveva discutere nel Consiglio comunale di ieri mattina. Eppure, qualcosa è andato storto: a precedere la massima Assise c'è stata una riunione capigruppo, convocata per discutere di alcune questioni da inserire all'ultimo momento. «Ma in realtà era solo una scusa per ritirare l'atto», spiega Di Sauro. Infatti, come raccontato dall'ormai ex consigliere, tutti, maggioranza e opposizione compresa, hanno deciso di fare muro ad una proposta che, per Di Sauro avrebbe mostrato ancora una volta la fragilità del territorio nei confronti delle politiche culturali.
Nello specifico, il progetto proposto da Di Sauro voleva istituire un parco archeologico, che avrebbe collegato il Tempio di Giove al Parco della Rimembranza, passando per l'Acropoli, la villa romana e le mura Sillane. Eppure, il punto è saltato.
«Il fatto grave è che una città come Terracina, che dispone del più grande giacimento di beni culturali del Centro Italia, dal valore riconosciuto da accademici del calibro della professoressa Cancellieri, non investe nella cultura - spiega Di Sauro - Questa mattina (ieri, ndr.) ci sono state due ore di riunione capigruppo soltanto per far ritirare il progetto e temo che ora, con le mie dimissioni, non verrà mai più riproposto. D'altro canto, spero veramente che con il mio ritiro i miei ex colleghi sentano la responsabilità di proseguirlo».
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