Lo scenario
06.10.2024 - 14:20
I giorni passano e le distanze aumentano. E se anche (quasi) tutti continuano a dirsi ottimisti sull’esito finale, la verifica politica appare sempre più una matassa difficile da dipanare. C’è un termine, l’11 ottobre. Giorno nel quale è prevista la seduta del consiglio regionale. Il tema è il Documento di economia e finanza regionale 2025. La maggioranza di centrodestra ha 33 consiglieri su 51. Le opposizioni sono a quota 18. Il che vuol dire che perfino nell’eventualità che gli 8 esponenti di Forza Italia-Noi Moderati dovessero decidere di non votare, si arriverebbe a 25. Una cifra al riparo da sorprese. Però il tema e l’orizzonte sono e resteranno politici. La Regione Lazio è centrale nelle dinamiche del centrodestra nazionale e un appoggio esterno degli “azzurri” sarebbe uno strappo. Senza se e senza ma.
Gli assetti possibili
Per Fratelli d’Italia, partito di maggioranza relativa, l’unica strada percorribile rimane quella di un potenziamento delle deleghe degli assessori forzisti. In un’intervista rilasciata al quotidiano Il Tempo Paolo Trancassini, parlamentare e coordinatore regionale di FdI, ha detto sul punto: «I nostri alleati hanno posto un tema, stiamo ragionando insieme. Il dato da cui siamo partiti è che c’è un problema “di numeri” in Consiglio che sono cambiati, ma non sono mutati gli equilibri, almeno per noi che abbiamo sempre fatto riferimento al giudizio del popolo. Questa è la stella cometa e dalle elezioni europee non c’è stato, rispetto alle regionali, uno sbilanciamento dei pesi delle forze politiche. Stiamo cercando, con lo spostamento di deleghe, di sistemare questa situazione e penso che ci riusciremo. Per noi è sempre il popolo che decide chi vince, chi perde e quali sono gli equilibri in campo e siamo convinti che gli attuali non vadano alterati. Il presidente Rocca ha una squadra affiatata che lavora, ed i risultati si vedono». Per Fratelli d’Italia il punto di riferimento rimane il risultato delle regionali del febbraio 2023. E la sottolineatura che le europee non hanno determinato spostamenti rilevanti non è una cosa di poco conto. Vuol dire che sia Forza Italia che la Lega resteranno con 2 assessori ciascuno. Anche se gli “azzurri” sono passati da 3 a 7 consiglieri (8 considerando l’intergruppo con Noi Moderati), mentre il Carroccio è sceso da 3 a 1. Quanto al rafforzamento delle deleghe, l’unica opzione che era stata paventata è naufragata dopo pochi minuti. Parliamo dell’attribuzione dell’urbanistica a FI, mentre alla Lega poteva andare la protezione civile. Difficile provare a riannodare i fili adesso. Forza Italia ha fatto costantemente riferimento a deleghe di prima fascia. Ma finora non sono arrivate soluzioni di questo tipo. Per esempio sulla sanità, una materia che il presidente Francesco Rocca ha tenuto nelle sue competenze. E che non sembra avere intenzione di cedere.
La risposta di Forza Italia
A Giorgio Simeoni, capogruppo “azzurro” al consiglio regionale, è stato dato mandato (unitamente al senatore e coordinatore del partito nel Lazio, Claudio Fazzone) di condurre le trattative in questa fase. Come ha riportato l’agenzia Ansa, ha affermato Simeoni: «Il gruppo in consiglio regionale è molto compatto, lavoriamo per l’attuazione del programma di governo elaborato insieme, nell’interesse dei cittadini. Nella riunione di lunedì alla quale hanno partecipato il segretario nazionale Antonio Tajani, il segretario regionale Claudio Fazzone, i parlamentari e il gruppo regionale di FI con gli assessori, è emersa l’esigenza da parte nostra di vedere garantita a tutte le forze politiche di maggioranza del Lazio la possibilità di poter rappresentare la Regione. Oggi questo purtroppo non accade e si pone inevitabilmente una questione di decoro e di dignità istituzionale che è nell’interesse della coalizione stessa risolvere con chiarezza. Attualmente un solo partito esprime il presidente e il vicepresidente della Regione e il presidente del consiglio regionale e l’intervista odierna del’onorevole Trancassini sembra sottovalutare il tema, creando ulteriori ambiguità. Ne prendiamo atto e, pur mantenendo salda la certezza che le nostre priorità non possano cambiare, valuteremo quale sia il modo più efficace per continuare a dare il nostro contributo». Dunque FI ripropone il tema delle tre cariche più importanti tutte appannagio di esponenti di FdI: Francesco Rocca presidente della giunta, Roberta Angelilli vicepresidente, Antonello Aurigemma alla guida dell’aula della Pisana. Un ragionamento già effettuato perchè per gli “azzurri” all’inizio della consiliatura Rocca non si era dichiarato vicino a Fratelli d’Italia. Quando Simeoni specifica che «valuteremo quale sia il modo più efficace per continuare a dare il nostro contributo», significa che rimangono aperti tutti gli scenari. Compreso quello dell’appoggio esterno.
Cosa può succedere
Al di là di quelle che saranno le votazioni in Consiglio sul Documento di economia e finanza regionale subito e sul Collegato al bilancio successivamente, rimane una dimensione politica. Il centrodestra può permettersi Forza Italia fuori dalla giunta del Lazio? Considerando gli scenari e le dinamiche nazionali? Sicuramente le difficoltà di un centrosinistra fuori dal... Campo (Largo) nel brevissimo periodo danno un margine di sicurezza. Però poi peseranno (e non poco) i risultati delle regionali in Liguria, Emilia Romagna e Umbria. Nell’uno o nell’altro senso. Quello che sorprende nel Lazio, in questo particolare momento, è la difficoltà di un summit dell’intera coalizione: Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Noi Moderati, Lista Rocca. Attorno allo stesso tavolo. Contemporaneamente. Perché?
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