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Il nodo

Stefanelli diffida Acqualatina sul piano tariffario

L’Egato 4 chiede al gestore documenti integrativi relativi agli investimenti pianificati

Stefanelli diffida Acqualatina sul piano tariffario

Dieci giorni per consegnare documentazione necessaria alla predisposizione tariffaria MTI-4 che possa considerarsi coerente con gli obiettivi definiti dall’ente d’ambito, altrimenti l’Egato 4 attiverà la procedura prevista dagli accordi «che comporterà a carico del gestore la determinazione d’ufficio delle tariffe, ponendo il moltiplicatore tariffario pari a 0,9%».

E’ la sintesi della diffida inviata ieri mattina dall’ente Ato 4 ad Acqualatina, gestore del servizio idrico, a firma del presidente Gerardo Stefanelli e dell’ingegner Umberto Bernola, dirigente dell’Egato. Si tratta dell’ultimo capitolo, al momento, del braccio di ferro in corso tra l’autorità d’ambito e il gestore sulla nuova articolazione tariffaria e sul piano degli investimenti per i prossimi anni. Acqualatina aveva infatti avanzato una proposta da oltre 350 milioni di investimenti per la rete idrica, bocciata però dai sindaci dell’Ato, in quanto avrebbe comportato un incremento delle bollette per i cittadini oltre il 10% annuo. Questo perché tutti gli investimenti, per legge, vanno recuperati in tariffa. Dalla presentazione di questo piano a luglio fino ad oggi ci sono state diverse interlocuzioni che però non hanno evidentemente condotto ad alcun accordo. E ora giunge la diffida dell’Egato.

La lettera di diffida, che porta le firme di Stefanelli e Bernola, sottolinea come «la proposta del gestore contenuta nel Programma degli Interventi prevede la realizzazione di un ammontare complessivo di interventi di circa il doppio rispetto all’ammontare approvato nel precedente periodo regolatorio». E poi aggiungono: «giova ricordare che la società non più di due anni fa aveva assicurato il raggiungimento degli obiettivi di qualità tecnica con un programma degli interventi che ammontava a circa la metà degli importi contenuti nell’attuale proposta». Ma quei risultati, evidentemente, non sono arrivati. E ora gli investimenti previsti, sempre secondo i sindaci di cui l’Egato è sostanzialmente il portavoce, rischiano di creare un peso enorme per gli utenti.

L’ente d’ambito chiede da diversi giorni al gestore anche una specifica documentazione tecnica. «Il gestore - si legge nella diffida - non ha ancora fornito in modo completo i dati e la documentazione nel formato indicato dall’Autorità come previsto dall’art. 5.8, in particolare, il programma degli interventi non è corredato della relazione di accompagnamento sugli obiettivi di qualità tecnica, programma degli interventi e piano delle opere strategiche (POS) che rappresenta elemento indispensabile per valutare la coerenza della proposta con gli obiettivi di fondo tracciati dallo scrivente Ente e condivisi con il gestore non più di due anni fa».

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