Politica
22.10.2024 - 15:12
La Zona Logistica Semplificata va letta e declinata nell’ambito dell’intero Piano di Sviluppo Strategico del Lazio. Potrebbe rappresentare un primo passo, con un valore significativo soprattutto sul versante del cambio di narrazione. Economica, ma non solo. E in ogni caso non si tratta di un contenitore politico, ma di un provvedimento tecnico basato su parametri oggettivi e su studi effettuati da Kpmg, una rete di società indipendenti. Questo non vuol dire che non ci sarà un confronto con i sindaci dei Comuni esclusi dalla perimetrazione, ma alla fine bisognerà tenere presenti criteri, limiti e confini. Roberta Angelilli, vicepresidente e assessore allo sviluppo economico, commercio, artigianato, industria, internazionalizzazione della Regione Lazio, mantiene la barra dritta su concretezza e pragmatismo.
Allora Angelilli, la proposta della Regione prevede una Zls che copre una superficie di 5.709 ettari, con 49 Comuni. Diversi sindaci però hanno chiesto di incontrarla per ridefinire l’assetto delle aree. Li vedrà?
«Certamente. Ascolterò tutti i sindaci e le loro motivazioni. Caso per caso. La “Regione porte aperte” non è solo uno slogan».
Però i criteri definiscono dei confini precisi. La Zls non può essere ampliata senza limiti. Altrimenti si corre il rischio che il Governo non la tenga neppure in considerazione.
«È esattamente così. I criteri sono oggettivi e i requisiti dovranno essere rispettati. Una premessa è fondamentale: la Zls è un servizio per le imprese più che per i territori. I punti fondamentali sono la tipologia delle aziende, i collegamenti delle stesse con i sistemi portuali, sottoportuali e logistici. Poi ci sono degli aspetti urbanistici. Guardi, abbiamo scelto un advisor indipendente come Kpmg proprio per evitare sul nascere che potesse parlarsi di impostazioni “politiche”. Inoltre sarà importante che le determinazioni abbiano alla fine una “compatibilità” con le scelte della Commissione Europea. Altrimenti finirà come con la giunta Zingaretti, che presentò la proposta al Governo Draghi. Quest’ultimo la dichiarò irricevibile. Perché? Sostanzialmente per un aumento abnorme della superficie degli ettari e dei Comuni inclusi. Vogliamo una bocciatura bis? Noi sicuramente no».
Che margini ci sono relativamente al confronto con i sindaci?
«Tutto è perfettibile. Con i sindaci ragioneremo, anche per gli scenari futuri. Perché amministratori locali, associazioni di categoria e Consorzio industriale saranno fondamentali nel gioco di squadra. Verificheremo proposte e margini, tenendo presente il discorso fatto prima. Sto aspettando un feedback dal Governo e a stretto giro di posta cercherò di aprire un confronto con la Commissione Europea. Perché si decide in quella sede. Siamo pronti a indossare l’elmetto e vogliamo alzare l’asticella. Nel Comitato delle Regioni la sottoscritta rappresenta il Lazio. Occorrono il via libera del Ministero e del Governo, poi la partita si giocherà con la Commissione Europea. Se sapremo essere reattivi, saremo più forti».
In ogni caso la Zls non può bastare. O no?
«Intanto meglio averla. Poi è evidente che va analizzata la situazione complessiva. All’interno del Piano di Sviluppo Strategico la Regione Lazio vuole giocarsi anche e soprattutto la carta degli aiuti di Stato. Il combinato disposto tra Zls e aiuti di Stato avrebbe effetti assai rilevanti. Proviamo ad immaginare due risultati: l’abbattimento dei tempi della burocrazia e il credito di imposta».
Resta il tema della Zes, la Zona Economica Speciale. Il Lazio è stato escluso e confina con regioni che invece ne fanno parte. Il rischio è che tante aziende dei nostri territori si spostino di pochi chilometri per usufruire dei benefici.
«La Zes rischia di rappresentare uno svantaggio competitivo per le imprese che sono sulla linea di confine, su questo non c’è dubbio alcuno. Ma stiamo parlando di un tema che va affrontato nelle sedi giuste e con le strategie che possono farci arrivare a dama. Come Regione Lazio abbiamo avviato un confronto con le Marche per un’azione unitaria. E siamo in contatto anche con il Ministero. Mentre con l’Abruzzo ci stiamo confrontando relativamente alla vicenda Stellantis».
Gli ammortizzatori sociali ordinari stanno scadendo per tanti lavoratori. C’è la possibilità di far scattare quelli straordinari?
«Su questo tema è aperto un tavolo e la Regione farà la sua parte».
La verifica politica in maggioranza si chiude?
«Intanto mi lasci dire che la giunta ha continuato e continua a lavorare senza problemi. Per certi versi anche il consiglio, pur con tempi diversi. Però certamente chiudere la verifica è necessario. Proprio per l’importanza delle sfide che stiamo affrontando: Zls, Stellantis e transizione energetica per esempio. Ma il centrodestra è unito, su questo non ci sono dubbi»
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