L'intervista
11.11.2024 - 09:17
Matilde Celentano
‘Osare’ per arrivare al titolo di capitale della cultura sta aprendo alla città molte porte e anche se ancora mancano spazi adeguati per reggere il fermento di idee e associazioni locali l’amministrazione prosegue su una strada ormai tracciata. E’ quanto spiegano il sindaco Matilde Celentano e l’assessore Annalisa Muzio a commento del servizio pubblicato domenica da Latina Oggi sugli spazi per la cultura, un’occasione di riflessione per le politiche future alla vigilia di appuntamenti culturali importanti e di progetti già in itinere.
«Non è stato facile portare avanti il progetto di candidatura della nostra città a Capitale italiana della cultura 2026. Abbiamo avuto molti detrattori, ma nonostante ciò siamo arrivati in finale - esordisce il sindaco - e questo non è stato un traguardo; è stato piuttosto l’inizio di un percorso virtuoso e allo stesso tempo ambizioso, intercettando il fermento culturale in atto nella nostra comunità. Dopo anni d’immobilismo, Latina oggi è proiettata verso il Centenario, con una legge dello Stato, e verso una serie d’iniziative che contribuiranno a far conoscere le nostre unicità oltre i confini nazionali». «Innanzitutto, voglio pubblicamente ringraziare – prosegue la prima cittadina - il quotidiano Latina Oggi che nel servizio dedicato al bisogno di strutture adeguate, ha fatto emergere il giusto valore alla coraggiosa iniziativa di candidare Latina al bando nazionale di Capitale italiana della cultura per l’annualità 2026. A un anno di distanza dalla formalizzazione della candidatura, con il dossier redatto in poco più di un mese dall’architetto Daniela Cavallo, finalmente è stato compreso il senso di questa iniziativa. Un progetto strategico, volto a esaltarne le peculiarità su tre asset, quello sociale di una Latina città aperta alle diversità sin dalla sua origine, quello di una Latina pioniera dello sviluppo sostenibile e quello di Latina quale modello dell’Architettura del Novecento, il tutto ricucito nella storia, nella cultura e nelle bellezze naturali del territorio. La candidatura non era una gara alla città con più musei o teatri aperti, era una gara per farsi conoscere.
E ci stiamo riuscendo». «E’ stato - afferma il sindaco - molto doloroso per me, e per l’assessore Annalisa Muzio che mi ha affiancata attivamente in questo percorso e per l’architetto Cavallo, sentir parlare anche nella sede istituzionale del Consiglio comunale di ‘brutta figura della candidatura di Latina a Capitale italiana della cultura’, di ‘perdita di tempo’». Ma i progetti non si sono fermati: Latina, in quanto finalista del prestigioso concorso, ha partecipato alla masterclass ‘Cantiere città’ della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali. «Si tratta di un istituto internazionale per la formazione, la ricerca e gli studi avanzati nell’ambito delle competenze del Ministero della cultura, socio fondatore - spiega il sindaco - queste attività si concluderanno a L’Aquila, città vincitrice del titolo per l’annualità 2026, dal 13 al 15 novembre. L’amministrazione comunale sarà rappresentata dall’assessore Muzio». Parteciperà anche la “delegata junior”, Arianna Borrelli, selezionata attraverso un avviso pubblico di manifestazione d’interesse disposto, su indicazione della Fondazione, dall’assessore alle Politiche giovanili Andrea Chiarato. «Saranno giorni molto importanti, di confronto con le altre città finaliste, al termine dei quali potremo tirare le somme sulle prossime tappe di un circuito culturale già innescato e destinato a proseguire in parallelo con gli interventi al nostro Palacultura con i fondi del Fesr. Siamo consapevoli che la città rivendica spazi per l’offerta cultura che un associazionismo vivo vorrebbe rendere alla comunità. Ma stiamo pagando lo scotto di anni di incuria».
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