L'evento
22.11.2024 - 10:30
Buon senso ed equilibrio nella gestione dei cambiamenti climatici e della transizione ecologica coniugando le politiche ambientali con le esigenze di sviluppo dei paesi Europei. E’ questo il filo conduttore che ha tenuto insieme i vari interventi negli Stati generali dell’Ambiente e dell’Energia organizzati dal partito di Fratelli d’Italia ieri all’Hotel Oasi di Kufra a Sabaudia nella prima delle due giornate di confronto tra le varie sensibilità politiche di destra sull’ecologia.
Ad aprire la tavola rotonda su «Acqua e Terra, la risorsa idrica e la lotta al dissesto idrogeologico» il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati Tommaso Foti che ha richiamato alla sfida del green deal, uno dei temi che entrano nel dibattito politico, spogliando la visione ideologica da quella pragmatica e chiedendo un coordinamento tra le politiche di sviluppo e quelle di difesa ambientale: «L’obiettivo di questi Stati generali organizzati da Fratelli d’Italia - ha spiegato Foti - è tradurre in provvedimenti legislativi e operativi le nostre idee, per lasciare in materia ambientale un segno concreto alle prossime generazioni. Tenendo presente i cambiamenti climatici e la transizione ecologica come obiettivo, si dovranno ovviamente rivoluzionare alcuni sistemi produttivi, con buon senso ed equilibrio, avendo chiaro che l’ambiente non può diventare un blocco per lo sviluppo dei Paesi europei. Con l’evento di questi due giorni vogliamo dimostrare che Fratelli d’Italia sa offrire soluzioni ai temi che l’emergenza ambientale e la situazione energetica pongono, guardando al futuro con ottimismo e realismo».
Chiaro in questa direzione anche il messaggio del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida in videocollegamento: «Negli ultimi anni hanno prevalso visioni ideologiche che hanno condizionato le scelte dei vari governi europei, impoverendo la qualità della vita dei cittadini europei. L’Europa ha cambiato approccio e sull’agricoltura e ha praticato scelte che hanno portato allo spopolamento del territorio e all’indebolimento delle aziende agricole nella loro redditività. Fortunatamente negli ultimi due anni c’è stata una inversione di tendenza sia a livello nazionale che europeo con alcuni punti fermi come la sovranità alimentare, la sovranità energetica e la garanzia di produzione. Garanzia di produzione significa garanzia di approvvigionamento di materie prima ed energia, significa guardare al futuro e avere una visione orientandosi verso nuove forme di produzione energetica e lasciando la vocazione agricola al territorio».
Lollobrigida ha spiegato che il ministero dell’agricoltura quest’anno ha realizzato 13500 finanziamenti con 6mila impianti partiti per produrre energia alternativa triplicando la produzione energetica senza togliere un metro quadro di terra. «Il nostro pragmatismo deve però corrispondere a una visione strategica e non ideologica - ha spiegato il ministro - senza indebolire altri settori produttivi che noi consideriamo intangibili e fondamentali per raggiungere gli altri obiettivi come quello di non perdere la garanzia del nostro cibo a vantaggio della garanzia di energia».
Il ministro si è soffermato anche su altri temi come l’acqua. «L'Italia non è deficitaria sulla risorsa idrica, ma ha avuto danni negli ultimi 30 anni dalla follia di chi non ha avuto la capacità di chiudere alcuni difetti di programmazione che è necessaria per un bene così prezioso. Abbiamo avuto una prima fase della storia repubblicana in cui si pianificava tenendo conto solo dei bacini idrici e delle necessità dei territori, con l’avvento delle regioni la gestione delle acque è diventata disordinata e senza pianificazione. Oggi la dispersione in rete è del 40%, in Italia riusciamo a preservare solo l’11% dell’acqua piovana, avere bacini idrici di approvigionamento è molto importante, mentre negli ultimi anni ci si è disinteressati delle strutture idriche pensando che la siccità non avrebbe colpito. Il nostro partito deve proporre in Europa un piano strategico sulle infrastrutture che riguarda tutte le nazioni e puntare a progetti simili a quelli del Pnnr».
Gli altri relatori hanno messo sul tavolo luci e ombre a partire dal presidente di Arera Stefano Besseghini che ha evidenziato le criticità, parlando di zone del paese con troppe interruzioni idriche, qualità dell’acqua non elevata e necessità di una maggiore competenza delle amministrazioni locali nel gestire i processi decisionali mentre il commissario straordinario nazionale al fenomeno della scarsità idrica Nicola Dell’Acqua ha parlato dell’esigenza di «creare una governance nuova per gestire l’approvvigionamento idrico con fondi per fare le manutenzioni in modo costante, rifunzionalizzando tutti i bacini e dando una risposta alla siccità e anche al problema delle risorse in eccesso». Infine il direttore Anbi Massimo Gargano e il direttore di Utilitalia Giordano Colarullo si sono soffermati sui servizi della rete e delle infrastrutture con alcuni dati incoraggianti forniti da Gargano: ci sono in Italia 231 km di canali artificiali che danno acqua a tre milioni e mezzo di pianura coltivata e che con i progetti da 2,3 miliardi di euro dal Pnrr a giugno 2025 certificheranno al paese di aver risparmiato oltre un miliardo di metri cubi di acqua.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione