Il caso
14.12.2024 - 09:30
Regolamento, Pef e addendum alla mano, non hanno dubbi nel dire che quella della commissione bilancio e sport del 12 dicembre sulla piscina comunale è una pagina buia della città. Nazzareno Ranaldi, Valeria Campagna, Maria Grazia Ciolfi, Dario Bellini e Floriana Coletta in rappresentanza di tutta l'opposizione, lo hanno denunciato prima in una lunga seduta durata più di sette ore, ma anche ieri in una conferenza stampa nella sede di Lbc.
«Sono atti sbilanciati a favore del privato e a tutela di pochi quelli approvati ieri a maggioranza e le nostre rimostranze insieme a quelle di associazioni sportive e Codacons sono state ignorate – spiega Valeria Campagna del Pd – stanno trasformando una piscina pubblica in una piscina privata in regime di monopolio. Abbiamo chiesto un rinvio del voto, ma non c'è stato verso, temiamo ci fosse un diktat che la maggioranza doveva rispettare, una maggioranza silente e in forte imbarazzo». Campagna è entrata nel merito: «Con queste tariffe si è dichiarata morte a tutte le altre associazioni sportive senza scopo di lucro che si vedono approvare delle tariffe insostenibili in regime di concorrenza sleale».
Contestato anche nel regolamento si prevede l'inserimento di un criterio meritocratico che vale solo per gli altri perché il concessionario sceglierà giorni migliori e spazi migliori «e altri proposti da noi, come anzianità federale o precedenza per territorio o particolari scopi sociali, non sono stati accolti».
Altra denuncia è il criterio che favorisce le categorie maschili su quelle femminili e - dice Campagna - «a parità di domanda la A2 maschile avrà la precedenza sulla A1 femminile, per esempio, c'è discriminazione di genere». Spiega ancora Dario Bellini di Lbc che nel regolamento c'è un vulnus, la società concessionaria ha una società agonistica e nel planning non è indicato quando si allena: «Questo vuol dire che quel principio meritocratico non si esercita per loro? Temiamo che il concessionario possa allenarsi in qualsiasi orario che gli è comodo, e questo mette in grande difficoltà un comparto che a Latina non è rappresentato solo da Nuoto 2000.
Altro tema è quello della carta dei servizi, perché il dec è fondamentale per controllare e poi il tema delle sanzioni: nel 2024 andiamo a rivedere addendum e pef, ma le sanzioni sono rimaste al 2006». Maria Grazia Ciolfi del M5S ha parlato invece di finalità sociale e efficientamento energetico: «L’articolo 7 comprendeva anche spazi acqua per fasce fragili, ed è stato stralciato in toto, quello che è rimasto è fornire alle persone con disabilità tariffe ridotte, ma inclusione non passa solo attraverso costi ridotte, se poi non puoi accedere all’impianto e non ci sono associazioni che prima avevano spazi acqua dedicati. Il Comune poi potrà accedere dieci volte l’anno ma non è stato regolamentato per quanto tempo e si presta il fianco ai contenziosi».
Per l'efficientamento energetico Ciolfi chiarisce che a precisa domanda la maggioranza non ha saputo quantificare la cifra del risparmio energetico, ma se il comune non è in grado di farlo dovremmo restituire all’europa 1,5 milioni di euro di Fondi Pnrr che richiedono tutte queste certificazioni.«L'efficientamento energetico, poi, essere investito nella rimodulazione delle tariffe perché siano eque e sostenibili». Infine Nazzareno Ranaldi di Per Latina 2032: «Con questo Pef le altre società saranno fuori mercato, se non possono entrare nella piscina di Latina devono andare in altre città, inoltre non sono previsti corsi per under 19 e non è prevista la possibilità di incentivare sport per giovani: al di là del monopolio, uso la parola “arroganza” da parte della maggioranza. Si possono prendere tutte le decisioni, ma è necessario farlo nel rispetto della città».
A parlare ieri anche Matteo Davoli, vicepresidente dell'Antares nuoto che ha spiegato come si stiano muovendo per creare un Consorzio con le associazioni degli sport natatori a tutela di tutti e che in futuro si riservano di presentare un esposto alla Procura: «Le criticità che rileviamo sono diverse, una su tutte l'assegnazione degli spazi acqua alle Asd e Ssd, con orari per i bambini nella fascia 8-16 anni dalle 7 alle 9 di mattina, o dalle 14 alle 16 oppure dalle 21 alle 22:30 di sera, non sono orari compatibili con le esigenze di questi ragazzi che vanno a scuola, sono orari che possono andare bene per la prima squadra dai 19 anni in su. Capiamo bene che sia preminente la scuola nuoto negli altri orari, ma tutte e 10 le corsie occupate dalla scuola nuoto? E se non utilizzano corsie agonistiche perché togliere corsie ai bambini?». L’azione politica delle opposizioni non si ferma: continuerà con segnalazioni al dipartimento pari opportunità e ad Anci nazionale e - spiega Ciolfi il cui partito presentò a maggio una interrogazione parlamentare sulla piscina - «valuteremo di andare avanti in tutte le sedi competenti».
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