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Fiore (Pd): "Maggioranza chiusa nei veti, opposizione prigioniera del passato"

La consigliera del Partito democratico Daniela Fiore a tutto campo: "A Gonfie Vele unico sussulto di un’urbanistica chiusa nel passato"

Fiore (Pd): "Maggioranza chiusa  nei veti, opposizione prigioniera del passato"

A metà consiliatura, la consigliera comunale del Pd Daniela Fiore non usa mezzi termini per descrivere lo stato della politica cittadina: «La maggioranza, pur avendo avuto un consenso elettorale enorme, lo sta trasformando in un’arena di lotte quotidiane tra partiti alleati, consiglieri e assessori, dove prevalgono veti e vendette personali». Nemmeno l’opposizione sfugge alle critiche: «Non riesce a liberarsi dall’ombra della prima amministrazione Coletta. Ogni atto viene giudicato solo in base a quel confronto, senza un’analisi obiettiva. Il PD, poi, non mostra la capacità di emanciparsi e intercettare le reali aspettative della città, restando di fatto il lato B dell’esperienza LBC».
Un quadro, quello tracciato dalla consigliera, che per essere superato richiede un cambio di passo deciso e una visione chiara per il futuro di Latina.


“A Gonfie Vele” unico progetto strategico in due anni
Fiore parte da un dato che giudica positivo: l’approvazione definitiva del progetto A Gonfie Vele, intervento di rigenerazione urbana finanziato dal PNRR. «È il primo progetto strategico che vede la luce in due anni – sottolinea –. È stato ridimensionato rispetto all’idea originaria, ma resta un’operazione importante per restituire dignità a una parte di città lasciata troppo a lungo al degrado. Per questo ho votato a favore: quando ci sono progetti che migliorano la qualità della vita dei cittadini, non devono esistere barriere o schieramenti politici». Si tratta, evidenzia, dell’unico caso in cui sia stato possibile un confronto ampio in aula, trasformando la discussione in un consenso istituzionale. «Per il resto – osserva – ci troviamo davanti a progetti vecchi, fumosi, e a una maggioranza che si chiude in se stessa senza aprire alcuno spazio di discussione».
Urbanistica ferma al passato
La critica si concentra soprattutto sulla gestione dell’urbanistica: «Si sta perdendo tempo a riprendere piani vecchi di trent’anni, riadattandoli in maniera superficiale. Questo approccio dimostra incapacità o mancanza di volontà di leggere la città contemporanea e la società di oggi. Latina è cambiata – per fortuna – e noi dobbiamo discutere di come vogliamo che sia tra dieci o vent’anni, non inseguire sogni talmente obsoleti da non avere più nemmeno un cassetto in cui riporli».

Abc e rifiuti: «Un fallimento strutturale»
Altra questione cruciale, la gestione dei rifiuti. «Parlare di ABC significa evocare l’immagine di una città sporca da anni, senza prospettive. Anche con Latina Ambiente le cose non andavano bene, ma si è sempre pensato che il problema fosse la governance. In realtà, siamo davanti a un fallimento strutturale: prima una società dichiarata fallita, poi un’altra sull’orlo della liquidazione, in un settore con entrate certe. È un caso quasi unico in Italia, forse in Europa, e non certo un primato di cui andare fieri».

«Servono cose da fare, non solo idee»
Per Fiore, Latina ha bisogno di una vera rigenerazione politica e civile: «Dobbiamo restituire ai cittadini la speranza in una città pulita, con servizi efficienti e una politica culturale di alto livello, non lasciata alle scelte di qualche funzionario». In questo quadro, difende il ruolo della Fondazione, «al netto degli errori e dei ritardi», considerandola «un elemento importante e un’occasione che ho sostenuto convintamente». Ma ora, avverte, «è il momento di mettere in campo un progetto concreto, con azioni e tempi definiti. Servono cose da fare, non solo idee». E conclude con un invito a superare divisioni e immobilismi: «Latina deve guardare avanti con coraggio, liberandosi dei vecchi piani e delle occasioni sprecate. Se non ci diamo una visione condivisa e la capacità di realizzarla, tra qualche anno saremo ancora qui a parlare delle stesse emergenze, con le stesse soluzioni mancate».

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