Il fatto
27.10.2025 - 13:00
Il segretario Ugl Latina, Ivan Vento
La delusione per la bocciatura da parte della Commissione Bilancio del Senato, dell’emendamento che avrebbe aperto le porte della ZES anche al Basso Lazio, è sempre viva. Una decisione che rischia di mettere in ginocchio l’intera economia della provincia di Latina, presa seguendo un principio totalmente sbagliato. L’UGL non intende restare immobile di fronte allo sgretolarsi del tessuto economico e sociale dei territori e il Segretario Provinciale dell’UGL Latina Ivan Vento sottolinea l’errore commesso in Senato con parole inequivocabili che esprimono un concetto chiaro: “Come sindacato contestiamo il criterio di ammissione basato su indicatori socio-economici valutati a livello regionale. Il PIL medio del Lazio, elevato grazie a Roma, impedisce l'inclusione delle province del sud, Latina e Frosinone, che, se valutate singolarmente, avrebbero i requisiti di difficoltà economica”. Dunque si tratta dell’ennesima occasione persa da parte della politica nazionale. Sulla fondamentale importanza della ZES, molte amministrazioni comunali della provincia di Latina si erano espresse portando nei vari consigli diverse mozioni: “A livello locale – spiega il Segretario Vento – nonostante le diverse posizioni politiche, si è dato dimostrazione di navigare tutti nella stessa direzione, ma la politica nazionale distrugge ciò che quella locale crea”. Si perde così l'ennesima occasione di sviluppo, di investimenti e di occupazione: “La decisione di valutare la zona di Latina unitamente a tutta la Regione sembra assurda, si penalizzano le provincie perché in altre città la situazione non è grave come a Latina e Frosinone. Quando anni fa chiedemmo al panorama politico di includere Latina nella zona di crisi complessa non venimmo accontentati. Oggi si verifica la stessa situazione: una grave stangata che impedirà alla nostra provincia di svilupparsi ulteriormente e superare la crisi che la sta attanagliando. Scelte che continuano a tarpare le ali alla nostra provincia. Auspichiamo che, sulla questione della Zes, possa esserci un passo indietro”.
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