L'analisi
28.11.2025 - 10:00
Se numericamente incidere in questa consiliatura non è impresa semplice, dopo metà mandato del governo di centrodestra ci si aspetterebbe almeno un salto di qualità nell’approfondimento politico da parte delle opposizioni. Invece, i quattro partiti della minoranza continuano a interpretare il loro ruolo in modo scomposto, alternando lampi di efficacia a scivolate che sembrano più sfoghi personali che azione istituzionale. Eppure, le prove di maturità non sono mancate. Alcune battaglie hanno costretto l’amministrazione a mettere mano ai temi più complessi e spinosi: dalla vicenda debito-creditoria con Latina Ambiente alle criticità nella candidatura a Capitale della Cultura; dal caso del Ponte Mascarello al nodo trasparenza sulla piscina comunale; dal servizio dell’avvocatura ai ritardi dell’assistenza specialistica nelle scuole. Interventi mirati, capaci almeno di obbligare la maggioranza a dare spiegazioni. Poi, però, lo scivolone: polemiche inconsistenti, sfoghi verbali e posizionamenti autoreferenziali che hanno trovato il loro palcoscenico ideale nella commissione Trasparenza a guida 5Stelle. Un organo che dovrebbe garantire equilibrio, controllo e vigilanza si è trasformato troppo spesso in una platea per personalismi sganciati dall’interesse pubblico. Il Movimento 5 Stelle, pur con la sua inclinazione alla denuncia permanente, ha però il merito di non arretrare e di continuare a essere una spina nel fianco dell’amministrazione. Il Partito Democratico, invece, appare ripiegato su se stesso, pur tentando di tenere vivo il suo profilo storico sul welfare e sulla scuola. L’uscita della consigliera Daniela Fiore verso il Gruppo Misto e la rinuncia a due commissioni strategiche come Bilancio e Urbanistica non aiutano un partito già ridotto ai minimi storici — due soli consiglieri, Majocchi e Campagna, per un partito che avrebbe dovuto guidare l’opposizione e invece sembra subirla, un problema anche in chiave di future candidature di coalizione. Nota di merito per il lavoro, quasi isolato, di Nazzareno Ranaldi, che con il suo esposto ha innescato gli accertamenti ANAC sull’inconferibilità di Palmerini, contribuendo alla successiva uscita di scena del presidente del Cda. LBC, dal canto suo, sembra ricordarsi delle proprie origini civiche e della vocazione all’ascolto: patti di collaborazione, riapertura del parco Evergreen, disservizi a piazzale Edison, parchi giochi in condizioni critiche. Temi concreti, vicini ai cittadini. Un filone che però va rafforzato, liberandosi definitivamente dalle recriminazioni e dalla nostalgia delle stagioni passate. La verità è semplice: la minoranza rappresenta una parte importante della città e dei suoi elettori. Non può permettersi di sprecare il proprio ruolo in coreografie e micro-conflitti autoreferenziali. Le debolezze del centrodestra sono evidenti, a partire da una coalizione lacerata internamente su questioni cruciali come ABC e alcuni aspetti del bilancio. Spazi per incidere ce ne sono, ma vanno riempiti con politica vera. È il momento che l’opposizione cominci a fare sul serio: non per sé stessa, ma per il servizio che deve alla democrazia cittadina. Solo così potrà offrire quell’alternativa credibile che una città in cerca di crescita merita.
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