I numeri
28.11.2025 - 11:00
Le promesse presentate durante la campagna elettorale erano chiare e ambiziose. Eppure a metà del mandato, dopo due anni e mezzo di amministrazione Celentano, la città – nella sua realtà quotidiana – appare ancora sostanzialmente immutata: si trascina dietro gli stessi problemi strutturali di sempre, una somma di servizi che funzionano poco o funzionano male e un quotidiano che fatica a migliorare. Sarebbe intellettualmente disonesto attribuire a sindaca e giunta ogni singolo disservizio: nessuna amministrazione può essere ritenuta responsabile di tutte le aiuole incolte, dei cassonetti traboccanti o di ogni episodio di microcriminalità. Latina sconta un’eredità pesante, anni di governi intermittenti che hanno prodotto più falle che risultati. E sarebbe ingenuo pensare che tutto possa essere risanato in tempi così brevi. Eppure, pur riconoscendo il peso del passato, ciò che oggi manca è la percezione di un cambio di passo. Non si avverte quello slancio politico e amministrativo capace di far intravedere un’inversione di tendenza: non si intravede una visione, non si sente quell’energia amministrativa capace di far pensare che, finalmente, la città stia cambiando marcia. In questi due anni e mezzo, più che un percorso di trasformazione, è emersa una gestione ordinaria che arranca nel diventare strategica, accompagnata da un’innegabile ansia di visibilità. I problemi restano in gran parte dov’erano, i cittadini reclamano servizi efficienti soprattutto sul fronte del decoro, delle manutenzioni e dei rifiuti e le risposte appaiono lente, frammentate; i cittadini non percepiscono un segnale forte che indichi la rotta e quello “scatto” in avanti che dovrebbe caratterizzare un’amministrazione intenzionata a trasformare le criticità in opportunità. Eppure, non tutto è fermo: ci sono segnali, pur timidi, di cambiamento. Alcuni progetti iniziano a prendere forma, alcune aree urbane mostrano segnali di vita e attenzione, e in diversi settori si percepisce la volontà di pianificare con più metodo. Non è molto, ma è abbastanza per provare a tracciare un bilancio dalla A alla Z: un mosaico di criticità e opportunità che racconta non solo ciò che manca, ma anche ciò che, lentamente, sta iniziando a muoversi.
A – ABC
L’azienda che gestisce i rifiuti, nata sotto la consiliatura Coletta, è stata la prima vera crisi dell’amministrazione Celentano — e continua a essere lo specchio più fedele di una criticità che la città vive ogni giorno. Latina attende ancora un servizio all’altezza, mentre i cassonetti strabordano e la pratica ormai dilagante della “migrazione dei rifiuti” si consolida come sport cittadino. Per vedere una riorganizzazione completa, nuovi automezzi, nuovi sistemi di raccolta e la scomparsa definitiva dei vecchi cassonetti servirà almeno un altro anno. Nel frattempo, i cittadini pagano una Tari già ai massimi storici, senza però percepire un miglioramento concreto. Nel programma elettorale ABC doveva diventare una “multiservizi”; oggi è una società in equilibrio instabile, alle prese con un progetto pieno di incognite.
B – BAMBINI
Non bastano il Consiglio dei Bambini o i premi per il 10 e lode a scuola per poter parlare di vere politiche dedicate alle nuove generazioni e per renderle protagoniste in una città che non ha ancora cento anni. Servono spazi culturali vivi, iniziative continuative e una regia politica capace di intervenire al momento giusto — non a scoppio ritardato, come accaduto nel caso del dimensionamento delle scuole Don Milani–Vito Fabiano. L’assistenza scolastica educativa specialistica in ritardo è una ferita ancora aperta, che ha prodotto disagi concreti sui banchi di scuola: proprio lì dove, ogni giorno, si decide la partita del futuro. Va meglio, invece, sul fronte dell’edilizia scolastica: quest’anno meno chiusure e meno emergenze strutturali rispetto al passato, fatta eccezione per il caso dell’amianto in via Tasso, affrontato e chiuso in tempi rapidi. Ma finché le politiche sui bambini si limiteranno a iniziative simboliche, Latina continuerà a essere una città giovane senza una vera visione per le nuove generazioni.
C – CONSENSO
È l’arma a doppio taglio del centrodestra: da un lato storicamente capace di intercettare consenso, dialogare e costruire accordi trasversali; dall’altro, termometro di un malcontento che esplode quando i rapporti restano chiusi in logiche personalistiche, incapaci di una visione più ampia. Un malessere da non sottovalutare: oggi si intreccia a una fiducia in calo, fatta di rassegnazione e stanchezza, e rischia di contagiare fasce sempre più larghe della città.
D – DEGRADO
Il vero vulnus di questa amministrazione. In campagna elettorale Celentano prometteva: «La prima grande opera sarà liberare Latina dal degrado urbano». Oggi, però, la città racconta l’esatto contrario: il degrado sembra ormai un cittadino onorario. Sporcizia diffusa, manutenzioni lente, arredi urbani abbandonati, rifiuti fuori controllo. Qualche segnale positivo c’è: il verde pubblico mostra miglioramenti evidenti. Le strade restano invece un problema cronico, ma gli interventi già avviati e il mutuo da dieci milioni di euro potrebbero finalmente segnare l’inversione di tendenza.
E – EVENTI
L’amministrazione segna punti preziosi nella capacità di animare spazi pubblici e costruire eventi grazie a un dialogo efficace con i privati. L’estate in piazza del Popolo — trasformata in arena sportiva e luogo di incontro — ne è la prova, così come le iniziative sul litorale e un programma natalizio ricco, seppur eterogeneo al punto da far storcere il naso a chi invoca una visione più organica. L’obiettivo, però, è chiaro: riportare i cittadini a vivere luoghi rimasti asfittici per anni. E, piaccia o no, la differenza si vede.
F – FONDAZIONE LATINA 2032
Il centenario, diventato legge dello Stato con la nascita della Fondazione, è l’unica vera visione strutturale in campo — seppur concepita altrove, da Calandrini e Fratelli d’Italia. L’amministrazione ha avuto il merito di crederci subito, ottenendo un sostegno trasversale. Ma ora la Fondazione va resa efficace ed operativa in modalità, costi e obiettivi: solo così l’anniversario potrà essere un’occasione autentica di crescita, e non l’ennesima vetrina.
G – GIUNTA
La capacità della squadra di governo di lavorare in modo coordinato e orientato al bene comune è ben lontana dalle aspettative di un’amministrazione che prometteva una svolta. Le frizioni politiche interne continuano a riflettersi sulla giunta, indebolendone coesione e direzione. La leadership della sindaca ha accusato gli ultimi scossoni: Celentano naviga in un’incertezza alimentata da pezzi della sua stessa coalizione, e questo pesa sulla visione politica e sulla tenuta decisionale dell’intero esecutivo.
H – HATER
La consiliatura è iniziata in salita per il sindaco Celentano, costretta prima ad affrontare le cure oncologiche e poi una raffica di insulti sessisti e denigratori sui social. Ha scelto di reagire, dando un esempio importante, denunciando gli odiatori e segnando un confine netto: il rispetto non è negoziabile. Un sindaco può essere criticato, mai disumanizzato.
I – IMPIANTI SPORTIVI
Il comparto sportivo sembra lentamente rimettersi in moto dopo vent’anni di stallo: la piscina Open è finalmente riaperta e procedono i lavori al Palabianchini. Alcuni impianti sono in via di affidamento, come Palaboxe, il Tennis Club e il Palaceci, mentre l’amministrazione cerca di mettere ordine nel bando per lo stadio Francioni e l’ex Fulgorcavi, strutture che da troppo tempo attendono una gestione chiara e stabile.
L – LENTEZZA
La lentezza è un dato strutturale nel Comune di Latina che sconta sul personale risorse sottodimensionate e un eccessivo turn over. Tempi di risposta, istruttorie, pratiche e procedure interne procedono con un ritmo eccessivamente lento. La sensazione è che la struttura amministrativa resti schiacciata dalle emergenze quotidiane, incapace di guardare con sufficiente attenzione alla programmazione e alla gestione strategica.
M – MARINA
Qualcosa si muove, ma manca una programmazione turistica complessiva. Si attendono i lavori di ripascimento e il dragaggio di Rio Martino per capire se sarà possibile invertire davvero la rotta. Servono investimenti strutturali, criteri chiari e una progettazione coordinata tra Comune, Regione e operatori privati. Il piano della Marina, pensato per trasformare l’area in un vero polo turistico è stato realizzato solo in parte: la viabilità e i parcheggi sono stati sistemati, così come alcune aree residenziali, ma l’idea originaria di una destinazione turistica organica resta incompiuta.
N – NEGATIVITA’
L’amministrazione si confronta con una percezione radicata nella città: qualunque iniziativa, per quanto positiva, finisce spesso sotto la lente del giudizio negativo. È una sorta di malattia culturale del cittadino latinense, un’abitudine al sospetto e alla critica preventiva che rischia di soffocare ogni tentativo di innovazione, nel bene e nel male. Serve una partecipazione costruttiva e propositiva che l’amministrazione deve alimentare con strumenti di dialogo più efficaci.
O – ORIZZONTE
Esiste una direzione chiara per lo sviluppo della città? A metà mandato, la risposta resta incerta. Per ora, la città si muove soprattutto attorno ad alcuni progetti del PNRR ereditati e da finalizzare e a studi preliminari per ripensare il centro storico, ma poco oltre. Serve, inoltre, una cura di qualità per chi è più fragile: servizi sociali puntuali, coordinati e realmente efficaci, capaci di dare risposte concrete a chi ne ha più bisogno.
P – PNRR
Molti progetti sono già in corso: dal restyling del Parco Falcone e Borsellino ai fondi per Nicolosi fino al progetto ‘A gonfie vele’, che collegherà il quartiere Q4 al resto della città e ha già portato alla demolizione dell’ex Icos. Segnale positivo è anche la definizione di una strategia chiara per gli spazi abitativi, il recupero delle aree degradate e il rilancio dei quartieri periferici. Continuare su questa strada significa costruire un habitat urbano più ordinato, moderno e vivibile.
Q – QUALITÀ DELLA VITA
Le classifiche restano impietose, e lo sono da diversi anni. La responsabilità non può ricadere sull’ultimo miglio di questa amministrazione, eppure i risultati concreti tardano a farsi vedere, alimentando la percezione di una città ancora in attesa di una svolta reale.
R – RELAZIONE CON I CITTADINI
Manca un dialogo costante con i cittadini, un ascolto reale delle loro esigenze e una presenza tangibile sul territorio. Per costruire fiducia e senso di comunità, è necessario che l’amministrazione racconti in maniera chiara i propri progetti, le scelte e i risultati, trasformando la comunicazione in uno strumento di partecipazione e non solo di informazione.
S – SPAZI PUBBLICI
Quando non restano inutilizzati, gli spazi vengono concessi ad altri o dati in uso temporaneo senza alcuna idea di restituirli alla comunità con un nuovo valore o funzione utile. Ruspi ed ex Banca d’Italia ne sono la spia. La gestione e valorizzazione degli spazi comunali va migliorata: il piano in corso nelle commissioni va seguito con attenzione.
T – TEATRI E CULTURA
Il G. D’Annunzio, come recita la nuova scritta in marmo (difettiva) sopra la struttura, ha ripreso vita, ma non basta. Il Cafaro resta abbandonato da tempo, il Palacultura è l’ombra del contenitore di cultura e eventi che era un tempo, i lavori nella biblioteca riprenderanno solo dopo (troppi) anni di attesa, e alcuni musei continuano a essere gestiti come uffici. Latina, che ambiva a essere Capitale della Cultura e si prepara al centenario, ha bisogno di un vero sprint: le politiche culturali non possono limitarsi a eventi spot, serve una visione organica e duratura.
U – URBANISTICA
Qualcosa si muove: aggiornamenti, studi, idee. Ma il problema vero è l’assenza di un programma complessivo: si procede con interventi isolati, guidati dalla contingenza o da atti già pronti, mentre il settore languisce tra risorse insufficienti e filoni più legati ai lavori pubblici e ai programmi ereditati dal passato. L’ufficio di piano non aveva prodotto nulla di concreto; oggi si riattiva la pianificazione, con un fermento importante nella commissione e il percorso sull’area Ex Svar. La lentezza del settore è storica: iter lunghi, scelte concrete e rischiose. Se un piano di settore e circoscritto come il PUA richiede anni, si possono immaginare i tempi degli altri strumenti. Anche con gli approfondimenti avviati su piani storici, in alcuni casi in lavorazione da quasi vent’anni — sarà difficile vedere risultati entro la fine della consiliatura.
V – VISIONE
Parola abusata, ripetuta da anni. Ma la verità è che Latina continua a cercarla. Serve uno sguardo lungo, capace di non farsi sommergere dalle contingenze quotidiane. Serve meno ricerca della visibilità e del risultato effimero, più coraggio nelle scelte e più attenzione a ciò che resterà davvero alla città: un’eredità concreta, duratura, che costruisca futuro e non solo apparenza.
Z ZTL/ISOLA PEDONALE
L’amministrazione di centrodestra ha avuto il merito di continuare a credere nell’isola pedonale, ormai una realtà consolidata della città. Oggi è luogo di eventi e, grazie ai lavori di riqualificazione con resina e cubi di cemento, è diventata permanente. La città, che all’inizio aveva criticato, oggi riconosce il valore dello spazio e ne gode appieno.
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