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Porto di Foce Verde, l'opposizione: "Servono progetti veri"

In Consiglio comunale il dibattito attorno al progetto di un approdo sul litorale del capoluogo

Porto di Foce Verde, l'opposizione: "Servono progetti veri"

Il vecchio progetto del porto

Il dibattito sul futuro del Porto di Foce Verde torna al centro della scena politica e riaccende lo scontro in aula. La mozione presentata dal consigliere Alessandro Porzi ha riaperto un tema rimasto per anni sospeso, ma l’esito della seduta ha diviso il Consiglio comunale e messo in luce posizioni molto distanti.

La capogruppo del Partito Democratico, Valeria Campagna, ha accolto positivamente il ritorno della questione nel dibattito cittadino, ma ha criticato duramente la gestione della maggioranza e, soprattutto, l’assenza della sindaca Matilde Celentano, presente solo negli ultimi minuti della discussione.
Campagna denuncia un approccio “privo di concretezza” e ricorda i fallimenti storici delle amministrazioni di centrodestra, citando opere incompiute e progetti mai decollati: dall’ex Icos alla Metro leggera, fino al caso delle Terme di Fogliano, finite con la revoca della concessione mineraria.

“Il porto non può essere affrontato con una semplice mozione”, insiste Campagna. “Servono commissioni, tecnici, progetti veri e una visione realistica che tenga conto dei vincoli ambientali, finanziari e urbanistici”. La capogruppo sottolinea inoltre l’incoerenza delle posizioni politiche: in Regione il porto non è più inserito nel piano strategico, mentre a livello nazionale si spinge per Rio Martino. “Senza una linea comune non si farà nulla”, conclude.

Sulla stessa lunghezza d’onda il Movimento 5 Stelle, che definisce “una scelta di responsabilità” il ritiro della mozione per riportare la discussione nelle commissioni competenti.
La capogruppo Maria Grazia Ciolfi parla di un progetto che “non può vivere di annunci”, rivendicando la necessità di una visione chiara e di un percorso tecnico-politico robusto. I pentastellati richiamano inoltre l’attenzione sulla vicenda delle Terme, definita “gravissima” e simbolo di una gestione superficiale: “Ci sono responsabilità che non possono essere insabbiate. La sindaca deve spiegare e agire per recuperare quanto perso”.

Per il M5S la Marina di Latina necessita di scelte coraggiose e infrastrutture strategiche, senza le quali resterà “poco competitiva e priva di servizi adeguati”. Il movimento attende ora la convocazione delle commissioni per avviare un confronto “serio e partecipato”.

La seduta si è chiusa anche con il rinvio della mozione del M5S sulla situazione a Gaza, presentata a luglio e ora da aggiornare alla luce del nuovo contesto.
Sul tavolo, intanto, resta il nodo principale: quale porto, con quali progetti e con quali risorse. La città attende risposte, mentre la politica prova a recuperare un ritardo che dura da vent’anni.

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