Il caso
04.12.2025 - 13:30
C’è un filo che attraversa più di vent’anni di storia cittadina, un’idea che non si è mai davvero spenta: quella di un litorale capace di crescere, di valorizzarsi, di diventare finalmente un motore di sviluppo per Latina. Il progetto del Porto di Foceverde nasce proprio da questa visione, maturata nei primi anni Duemila e sostenuta da una consapevolezza già allora molto chiara: portualità, turismo ed economia locale non sono mondi separati, ma parti di un’unica strategia. Una strategia che oggi torna al centro del dibattito pubblico grazie alla mozione presentata dai consiglieri Alessandro Porzi, Renzo Scalco e Peppino Coluzzi che chiedeva che il Comune di Latina si attivasse presso la Regione Lazio per inserire Foceverde nel Piano dei Porti di Interesse Economico Regionale.
Una città che sogna il mare ma resta impigliata nei suoi nodi
Le perplessità ci sono e sono tante nella città che parla, produce studi e si incarta su grandi progetti irrealizzati praticamente da sempre e che non riesce ad investire sul mare e sul valore della propria costa, che ancora non esce dalle contraddizioni del porto canale di Rio Martino tra contenziosi, posti barca da assegnare e dragaggi infiniti e che non ha rinnovato la concessione mineraria sull’area delle Terme di Fogliano per mancanza di un progetto. Ieri questi ed altri nodi sono stati affrontati in aula con una discussione lunga che ha portato in primo piano l’attenzione, ma anche le perplessità e la voglia di ragionare su questo tema delle opposizioni che, con sfumature diverse, si sono dette favorevoli al tema. Più disunita e distratta è apparsa invece la maggioranza (tante le assenze a intermittenza in giunta e pochi gli interventi dalle fila del centrodestra), una maggioranza osservata anche dall’ex sindaco Vincenzo Zaccheo, primo ispiratore del progetto del porto, presente tra il pubblico insieme a Fabrizio Ferracci e Antonio Petti, progettisti del Ppe della marina e ad altri tecnici, come l’ex assessore all’urbanistica Franco Castaldo.
Mozione ritirata, il tema nelle commissioni
Alla fine è stato lo stesso Porzi, che ha presentato la mozione come primo firmatario, a proporre di ritirarla e portarla nelle commissioni Ambiente e Urbanistica, come era stato chiesto dalle opposizioni, per allargare il raggio di azione e l’agibilità politica di un tema che potrebbe implicare un ragionamento più strutturato. «Un’opera di questa portata, con una visione così ambiziosa, deve essere affrontata in modo verticale e critico da tutta l’amministrazione e da tutti i consiglieri- ha spiegato il consigliere della Lista Celentano - e non soltanto attraverso una mozione. Bisogna portarla nelle commissioni con il tempo necessario — che non deve essere infinito, prima si individua il sito e poi si elabora il progetto. Ringrazio l’opposizione perché ho sentito più senso di responsabilità e maturità dai loro banchi che da quelli degli amici della maggioranza. Non possiamo essere sconfitti da noi stessi. Se la questione torna in Commissione, si fa qualcosa di realmente utile per il territorio e non una semplice passerella politica».
Lido, nuova prospettiva urbanistica
Nel presentare la mozione Porzi ha spiegato come «mettere mano al PPE della Marina è un’impresa complessa, ma necessaria, dobbiamo costruire una nuova prospettiva urbanistica che ristabilisca un legame forte e funzionale tra Latina e il suo litorale, creando un sistema integrato capace di offrire nuovi collegamenti». L’assessore Annalisa Muzio si è detta disponibile ad avviare questo passaggio e apprezzamento per il tema è arrivato anche dal sindaco, a latere del consiglio: «Il porto è parte integrante del mio programma elettorale – ha detto Celentano - e un grande volano per il futuro della costa. Apprezzo la convergenza emersa in Consiglio e la disponibilità a proseguire gli approfondimenti nelle commissioni competenti».
Sostenibilità e chiarezza, le richieste
Da Nazzareno Ranaldi di Per Latina 2032 e Damiano Coletta di Lbc invece il richiamo al tema della sostenibilità, che deve orientare ogni scelta sulla marina. Coletta ha ricordato la concessione mineraria, definita un fallimento gestionale e ha invitato a non dimenticare questi passaggi nel valutare il futuro del litorale. La consigliera del Pd Campagna ha condiviso in astratto l’obiettivo della riqualificazione, ma chiedendo chiarezza sul progetto: «Si ripropone quello di vent’anni fa o se ne vuole elaborare uno nuovo, sostenibile e finanziariamente garantito? Senza risposte documentate — ha spiegato — si rischia di restare ai proclami».
Terme, l’appello di Bruni
Il M5S ha chiarito che parteciperà con spirito collaborativo alle commissioni sul porto, chiedendo un confronto serio e richiamando la necessità di verità e serietà amministrativa: solo così porto e Terme potranno diventare pilastri dello sviluppo della Marina. A sollevare criticamente il tema irrisolto delle Terme e della perdita della concessione mineraria, chiedendo chiarezza anche il capogruppo di Fratelli d'Italia Cesare Bruni («Vorrei sapere perché è stata persa la concessione mineraria, è una risposta da dare alla città») che ha riconosciuto il merito della mozione nel riportare al centro opere strategiche che servono per far discutere la città e i tecnici di visioni più ampie, non restando nei limiti dell’ordinaria amministrazione che rincorre emergenze. La mozione diventa così il punto di avvio per ridefinire il rapporto tra Latina e il suo litorale, ma la strada progettuale resta ancora tutta da costruire.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione