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Politica

Sarubbo (Pd): "Fondazione a Zaccheo, una chiara scelta di parte"

Il segretario provinciale del Partito democratico alimenta la polemica sulla nomina dell'ex sindaco

Pd, Sarubbo: "Congresso il 12 luglio. Basta scuse, dobbiamo tornare a vincere"

La nomina di Vincenzo Zaccheo alla presidenza della Fondazione Latina 2032 continua ad alimentare il confronto politico. Dopo le reazioni della maggioranza e degli esponenti del centrodestra, arriva ora una presa di posizione netta e articolata da parte del Partito democratico provinciale.


A intervenire è il segretario Omar Sarubbo, che in una lettera indirizzata al direttore di Latina Oggi esprime critiche dure sul metodo e sul merito della scelta, definita come l’ennesima dimostrazione di un approccio “autoreferenziale” da parte della destra pontina.


Sarubbo ripercorre le settimane precedenti alla nomina, parlando di un dibattito che sarebbe stato, a suo giudizio, “fuorviante”, costruito attorno al tema dei requisiti curriculari e della necessità di individuare una figura di alto profilo per guidare la Fondazione del Centenario. Un dibattito che, secondo il segretario dem, si è dissolto nel momento in cui è arrivata la decisione finale: «La cruda realtà è emersa con la nomina dell’onorevole Vincenzo Zaccheo – scrive –. La destra ha gettato la maschera: quando vince non dialoga, ma comanda, occupa».
Nel mirino finisce soprattutto il profilo politico dell’ex sindaco, definito una “figura di parte” e simbolo di una stagione amministrativa che Sarubbo giudica negativamente, segnata da incompiute e fallimenti ancora visibili in città. Un giudizio che viene rafforzato dal richiamo all’ultimo passaggio elettorale in cui Zaccheo si è candidato, senza ottenere il consenso necessario per tornare alla guida della città. Per il Pd, dunque, la scelta non rappresenta un punto di sintesi, ma una rottura rispetto allo spirito unitario che avrebbe dovuto caratterizzare la Fondazione.


Critiche arrivano anche alle prime dichiarazioni pubbliche del neo presidente, in particolare al riferimento alle “opposizioni politiche ideologiche”. Un’espressione che Sarubbo legge come un segnale di chiusura e di approccio schierato, incompatibile con il ruolo istituzionale richiesto dalla Fondazione: «Un linguaggio che trascina un bene comune nel recinto delle logiche di maggioranza e minoranza», scrive, mettendo in dubbio che la Fondazione possa diventare davvero una “casa di tutti”.
Il segretario provinciale del Pd rivendica poi il contributo del Partito democratico all’iter parlamentare della legge sul Centenario, ricordando come l’approvazione sia stata possibile anche grazie al voto e agli emendamenti delle opposizioni. Un passaggio che, secondo Sarubbo, rende ancora più incomprensibile l’atteggiamento di chi oggi sembra voler ridurre il progetto a una bandiera di parte.


Non manca, tuttavia, uno sguardo in avanti. Il Pd annuncia una presenza vigile e propositiva, con l’obiettivo di contribuire a un Centenario che non sia una semplice celebrazione del passato, ma un’occasione di rinascita sociale e culturale. Sarubbo parla di periferie, borghi, ambiente, giovani, qualità della programmazione culturale e di un legame più profondo tra il capoluogo e la storia millenaria del territorio provinciale. Un’idea di Centenario “del popolo, non del potere”, come la definisce.
La lettera si chiude con un augurio di buon lavoro a Zaccheo e ai componenti della Fondazione, ma l’amarezza resta sullo sfondo. Il messaggio politico è chiaro: per il Partito democratico la partita del Centenario non è affatto chiusa e la nomina del presidente segna solo l’inizio di un confronto che si preannuncia lungo e tutt’altro che pacificato.

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