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Il fatto

Fondazione Latina 2032, Peduto nominato nel CdA

Intanto l’associazione Latina città plurale contesta il metodo di scelta di Zaccheo

Fondazione Latina 2032, Peduto nominato nel CdA

Cosimo Peduto

Il primo nome del Consiglio di amministrazione della Fondazione Latina 2032, dopo il presidente Vincenzo Zaccheo, è quello di Cosimo Peduto, indicato dalla Camera di Commercio Latina Frosinone. Peduto è funzionario di Confesercenti Lazio e in passato ha avuto incarichi di rilievo all’interno del Consorzio industriale di Latina e poi nella Camera di Commercio. La sua nomina è arrivata nei giorni scorsi. Ora si attendono i nomi spettanti agli altri soci fondatori: Comune e Provincia di Latina e Regione Lazio. I primi due enti hanno avviato una selezione pubblica per scegliere dei professionisti a cui affidare l’incarico.

L’associazione Latina città plurale contesta il metodo di scelta del presidente
Intanto attorno alla Fondazione non si placano le polemiche, in particolare dopo la nomina di Vincenzo Zaccheo da parte del ministero della Cultura.  
Non si concentra sul profilo personale del nuovo presidente, ma sul metodo politico che ha portato alla sua designazione l’intervento dell’associazione Latina Città Plurale sulla scelta di Vincenzo Zaccheo alla guida della Fondazione per il Centenario di Latina 2032. Un contributo, quello del sodalizio che vede tra i suoi componenti tra gli altri Marcello Ciccarelli, Vittorio Cotesta, Leonardo Majocchi, Rino Caputo, Maria Ingraito, che sposta il dibattito dalle polemiche individuali al tema, più ampio, della partecipazione democratica e del coinvolgimento delle istituzioni e del territorio in una decisione considerata strategica per la città.
«ll dibattito si è accanito, con zelo quasi inquisitorio, sulle virtù e i difetti dell'onorevole Vincenzo Zaccheo, presidente designato - scrive l'associazione - Ma questa foga censoria sbaglia bersaglio. Il punto dolente della questione non è il suo curriculum, né la sua appartenenza politica, né tantomeno le sue capacità amministrative. D'altronde, se si cercava una figura dotata di esperienza, radicamento territoriale e credenziali adeguate, era inevitabile pescare nel bacino di chi ha già frequentato i corridoi del potere. E qualunque scelta sarebbe stata, per definizione, di parte, suscitando analoghe levate di scudi. Il vero punto dolente è il metodo con cui Fratelli d'Italia ha calato dall'alto la propria decisione. Un metodo che umilia le rappresentanze istituzionali e politiche del territorio e che – ironia della sorte – complica non poco il lavoro del neo-presidente, ora costretto a inseguire una legittimazione che avrebbe potuto ottenere in partenza».
Secondo l'associazione «la sindaca, per ruolo e responsabilità, avrebbe dovuto coinvolgere il Consiglio comunale. Il segretario provinciale di FdI, primo firmatario e garante autoproclamato di un percorso condiviso, si era impegnato pubblicamente a coinvolgere il territorio. Non si trattava di un gesto di cortesia, ma della conseguenza logica di un voto unanime in commissione: voto che, si badi bene, aveva evitato il passaggio in aula. Le opposizioni, dunque, non avevano offerto un contributo decorativo, ma un elemento decisivo dell'intero iter legislativo. Lo strappo consumato sulla nomina del presidente è dunque ben più di un episodio di amichettismo cameratesco»
Secondo ‘Latina città plurale’ il nome di Zaccheo andava semplicemente portato in Consiglio comunale. Lì avrebbe incontrato critiche, anche aspre. Poi si sarebbe votato. E in democrazia a contare sono i numeri. Un percorso lineare, trasparente, che non avrebbe mortificato alcuna rappresentanza territoriale e che avrebbe conferito al nuovo presidente una legittimazione piena e incontestabile».  

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