Il presidente di Idea Gianluca Di Cocco accende i riflettori sui documenti che hanno portato all'autorizzazione all'uso del teatro D'Annunzio per il tradizionale concerto di Capodanno che si è svolto regolarmente ieri. L'ex assessore fa notare come, nelle ultime ore del 2017 "negli uffici del Comune di Latina ci sono state una serie di atti alquanto opachi. Il sindaco Damiano Coletta aveva dapprima autorizzato con un'ordinanza, poi ha revocato la medesima dopo un intervento della Prefettura. Ma il concerto si è svolto regolarmente grazie a un nuovo provvedimento del sindaco Coletta stesso, che assomiglia molto a una determina dirigenziale. Peccato che sia firmato dal sindaco e non dal dirigente. Anche se, prendo atto che l'assessore Emilio Ranieri ha assicurato che l'atto del dirigente c'è. Sull'albo pretorio non trovo ancora nulla. E' bene che sia fatta chiarezza perché se c'è solo la firma del sindaco siamo davanti ad una irregolarità evidente". 

"Il giorno 29 dicembre 2017 - ricostruisce l'accaduto Gianluca Di Cocco - con un ordinanza Sindacale (n'44), in cui si dichiarava anche che erano  stati ultimati a metà dicembre i lavori antincendio al teatro D'Annunzio, si autorizza il Concerto di capodanno, evento storico e di eccellenza organizzato da anni dalla Fondazione Campus Internazionale di Musica coadiuvata da Federlazio Latina e dall'Associazione piccole e medie imprese, con in programma l'esibizione dell'Orchestra Roma Classica, diretta dal maestro Benedetto Montebello.

A seguire, il giorno dopo, un nuovo atto, ordinanza di revoca (n' 46) Parlando sempre di Regole e rispetto della legge, il Sindaco, aveva emanato appunto il giorno sabato 30, un'ordinanza di revoca, atta ad  annullare quella emessa il giorno precedente, quindi si annulla a lo svolgimento del concerto nel Teatro, per una serie di problemi sulla sicurezza del D'Annunzio.

Si menziona di danno di immagine e di problemi connessi all'ordine e alla sicurezza pubblica ecc. (tutto ciò è già da contestare visto che, nella specifica circostanza  non sussistevano problemi di ordine e di sicurezza pubblica per un concerto che nel passato ha richiamato non più di 700 spettatori). La stampa comunicava l'annullamento dell'evento, seguiva una subito una nota del comune, in cui si dichiarava che gli uffici del Comune avevano pubblicato solo la prima ordinanza di revoca e non la seconda creando un qui pro quo.

Un secondo atto quindi autorizzava l'evento?  Bene, tutti contenti si pensava, il Dirigente aveva firmato l'atto che consentiva lo svolgimento dell'evento. I dubbi vengono però, quando leggendo le carte (che sembra tanto avere la forma di una determina) si nota  che a firmare questo famoso atto autorizzativi (che non menziona assolutamente l'ordinanza n 46) é stato il Sindaco.  Dubbi a cui sarebbe giusto dare delucidazioni, per correttezza e trasparenza.  Mi domando, ma questo non è un Documento per il quale il primo cittadino, non poteva agire per effetto della legge bassanini del 1997 recepita dal d lgs 267/2000? Mi chiedo ancora e potrei errare, la competenza a firmare quegli atti non è  propria della dirigenza ai sensi dell'articolo 107 del testo unico degli enti locali?  Non vorrei errare ancora, ma la politica, non ha solo compiti di indirizzo politico e di controllo e non anche di impegnare la pubblica amministrazione verso l'esterno come si è fatto in questo atto? Detto ciò non è che si è per caso compiuto un atto contrario alla legge? È evidente come non ci sia il dolo tipico dell'abuso di ufficio e la volontà di favorire qualcuno, piuttosto è sempre più palese che sia un dilettante pazzesco".