Si sono presentati con un brutto conto in mano, quello della riduzione della capacità di spesa attribuita all'Amministratore delegato, ma la traduzione vera dell'operazione è quella dell'azzeramento del potere di Veolia, dunque di Raimondo Besson all'interno di Acqualatina spa, l'azienda che non sarebbe mai decollata senza il suo apporto tecnico e il suo bagaglio di conoscenza del settore idrico. L'hanno colto di sorpresa, e per questo ferito a morte. I tre consiglieri di parte pubblica del nuovo Consiglio di amministrazione, il presidente Michele Lauriola, Rossella Rotondo e Alessandro Cerilli, hanno messo ai voti la proposta di ridurre del 90% la capacità di acquisto dell'Ad, facendola passare da 5 milioni di euro l'anno a 500 mila euro. Ricevendo i poteri e la delega ad agire direttamente dal Cda, l'amministratore delegato ha sempre avuto la facoltà di gestire denaro dell'azienda per evitare che qualsiasi iniziativa, anche la più ordinaria, dovesse scomodare il Consiglio di amministrazione e trasformare un'azienda in un ministero. Ovviamente, tutte le spese sostenute vanno sempre certificate e accompagnate dalle relative fatture. E Raimondo Besson non ha mai sbagliato su quel versante, in quindici anni nessuna contestazione, mai una sbavatura. Dunque? Il disegno è evidentemente politico, portato avanti da Forza Italia e Fratelli d'Italia (i tre membri di parte pubblica del Cda sono espressione loro), che così facendo ipotecano l'intero potere gestionale sulla spa più appetibile del territorio: fuori il Pd e i civici, esercitando alla lettera il potere che deriva dall'essere tre contro due in Consiglio di amministrazione, la parte pubblica della spa ha praticamente ripubblicizzato l'acqua alla propria maniera, per le vie brevi si potrebbe dire. E senza sborsare un euro per l'acquisto delle quote. Veolia? «Faccia pure come vuole» sembra essere il messaggio, «Cerchi di far valere la forza dei suoi due rappresentanti». Un brutto e delicato nodo quello venuto al pettine l'altro ieri. Durante al riunione del Cda, di fronte all'annuncio che la riduzione della sua capacità di spesa sarebbe stata messa ai voti, l'Ad ha perso le staffe e dopo un acceso confronto con il Presidente Lauriola e con gli altri due consiglieri di parte pubblica, Besson ha sbattuto la porta ed ha lasciato il tavolo. A poco sono valse le considerazioni esposte dall'altro consigliere di parte privata, Failla, che ha sottolineato le prevedibili conseguenze che deriveranno dalla forte limitazione dell'autonomia dell'amministratore delegato. L'appesantimento della struttura aziendale sarà inevitabile.
Non è facile prevedere come andrà a finire; si può soltanto cercare di ricostruire alcuni passaggi chiave dell'ultimo periodo di gestione per arrivare a comprendere la svolta di adesso.
Un anno fa, ingaggiato Roberto Cupellaro e portatolo in Cda, il sindaco di Latina Damiano Coletta, sostenuto dagli altri sindaci civici Terra, Gervasi e Guidi, nonché da Sandro Bartolomeo, Carla Amici e Nicola Procaccini, aveva dato il via alla fase della ripubblicizzazione dell'acqua, trovando d'accordo anche Forza Italia e il Partito democratico. Era stato lo stesso Cupellaro a gestire i rapporti con Veolia per far cadere la trattativa con Acea per la cessione delle quote private, e subito dopo ad imbastire i colloqui affinché la cessione potesse avvenire in favore dei comuni dell'Ato 4. Ma quando il percorso della ripubblicizzazione sembrava definitivamente incanalato sui binari indicati da Coletta e compagni, si sono scordati tutti di Roberto Cupellaro, lasciato solo ad incassare gli attacchi di qualche dissidente del Pd e di qualche uomo vicino al nuovo presidente della Provincia. Col risultato di vederlo abbandonare prima Abc, poi anche Acqualatina, disertando l'esame con la Commissione che avrebbe dovuto riproporlo nel Cda. Quell'assenza, favorita anche dalla partita perdente giocata da Coletta sul fronte del rinnovo del Cda, ha creato le condizioni favorevoli per la riscossa di Forza Italia, che da questo momento può liberamente gestire la spa.
Chi voleva un assaggio di ripubblicizzazione è servito.