La risposta dell'assessore e vicesindaco Maria Paola Briganti all'interrogazione  del consigliere comunale di minoranza Matteo Coluzzi sul depotenziamento del gruppo di Protezione civile di Latina non ha calmato le polemiche. Il vicesindaco ha in sostanza detto che le regole in materia di protezione civile sono cambiate e dunque non è più possibile gestire come nel passato. "Ad oggi, come chiarito in una circolare della Prefettura di agosto 2018 – ha detto Briganti -, tali associazioni possono fornire all'occorrenza assistenza alla popolazione e distribuire bottigliette di acqua. Non è più consentito il presidio ai varchi, svolgere funzioni nell'ambito della viabilità o altro. La dicitura di protezione civile andrebbe rimossa, lasciando solo l'indicazione di associazione di volontariato. E' nostra intenzione assegnare le attrezzature, mediante convenzione, ha chi ne ha titolo", ha concluso. 

A Briganti replica il portavoce comunale di Fratelli d'Italia Gianluca Di Cocco, che in passato è stato assessore alla Protezione civile del Comune di Latina. "Penso di avere un po' di cognizione in materia - afferma Di Cocco - e per questo posso dire che la replica non è per nulla attinente alla questione. Spesso i non addetti ai lavori - come appunto dimostrato dal vice Sindaco in question time -, confondono il ruolo se non il senso stesso della Protezione civile.  Parliamo di un sistema complesso, che non può essere banalizzato col ruolo "della distribuzione delle bottigliette d'acqua", come si vuole far credere.  La PC comprende essenzialmente due componenti: quella istituzionale, ovvero di vertice, deputata a fornire direttive, e quella del volontariato che interviene "in appoggio". Spieghiamo innanzitutto a  chi "ignora", come la Protezione Civile sia un insieme di uomini, competenze e attività volte a tutelare la vita, l'integrità fisica, i beni, gli insediamenti, gli animali e l'ambiente dai danni o dai pericoli di danni derivanti da eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall'attività dell'uomo.

Sono attività di protezione civile, e continuo a ricordarlo a chi ignora, quelle volte alla previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi, alla gestione delle emergenze ed al loro superamento. La legge 1/2018, ma anche le leggi precedenti, attribuisce i poteri i n materia di protezione civile al Presidente del Consiglio dei Ministri, che lo esercita per il tramite del capo del Dipartimento della Protezione Civile.  A cascata seguono i presidenti delle Regioni ed infine il sindaco, "massima autorità di Protezione Civile sul territorio del proprio Comune".  I cittadini poi, partecipano al sistema attraverso il volontariato organizzato. Volontario è colui che, per sua libera scelta, presta la sua attività in favore della comunità e del bene comune, nell'ambito delle attività di protezione civile, mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità per concorrere alla promozione di efficaci risposte ai bisogni delle persone e delle comunità, senza fini di lucro ed esclusivamente per fini di solidarietà.
Il volontariato, così come stabilito dalla legge 1/2018, opera sempre in appoggio al sistema istituzionale, sotto la diretta guida e responsabilità dei suoi funzionari (ad esempio, in emergenza terremoto, ma anche il rischio chimico e il territorio di Latina con le fabbriche ne è esposto. La protezione civile ha un ruolo importantissimo nella comunità in cui opera: diffonde la cultura di autoprotezione ed accresce la resilienza del territorio facendo conoscere i Piani comunali di Protezione civile, svolgendo attività nelle scuole dell'obbligo, portando avanti la campagna "Io non rischio", eccetera.

Il cittadino ha diritto ad essere informato, ma ha anche il dovere di informarsi sulle criticità che il territorio nel quale vive può presentare e soprattutto ha il dovere di ottemperare alle disposizioni che l'autorità di protezione civile emana al verificarsi di determinate emergenze. Quando era a regime poco prima dell'arrivo di questa amministrazione, nella nostra città il servizio contava circa 50 persone e una sede, in corso Matteotti. All'interno della struttura c'erano molti professionisti che riuscivano a lavorare all'interno del servizio di protezione civile.  Avevamo fatto interventi di grande rilevanza dall'aiuto nell'emergenza incendi fino all'individuazione delle discariche abusive sul territorio. Si collaborava con diverse scuole, sensibilizzando i ragazzi verso il nobile intento del prestare la propria opera per la collettività.  Si collaborava con l'Università e il Cersites nello studio del clima e di come gli agenti atmosferici si abbattono sul nostro territorio, così difforme per tipologia, da borgo Santa Maria a borgo Faiti. Una struttura, quella della Protezione Civile di Latina, che era tra le più blasonate della provincia e del Lazio. La cosa che fa piangere il cuore è che la amministrazione Coletta ha azzerato tutto: niente più sede operativa, niente più pattugliamenti su terra e mare: di cinquanta persone ne sono rimaste un paio.  La resilienza delle comunità si accresce soltanto attraverso la partecipazione dei cittadini alla pianificazione di protezione civile e la diffusione della conoscenza e della cultura della stessa e non all'annullamento di questa".