Lo strappo di Giovanni Toti è dietro l'angolo. Forza Italia viaggia repentinamente verso la scissione e in questi giorni le chat e i telefoni degli amministratori azzurri di Latina e delle altre province del Lazio sono febbrili. Tutti vogliono capire cosa accadrà, perché una scissione, in questo momento, potrebbe voler dire due cose: la prima è che una buona parte di amministratori locali (compresi almeno tre consiglieri regionali) finirà nel contenitore nascente che dovrebbe chiamarsi o "Cambiamo insieme" oppure "Italia in crescita". Dall'altra parte, per chi resta in Forza Italia, il rischio è quello di veder svanire quella fase congressuale di rinnovamento tanto agognata.
Qualche giorno fa Giovanni Toti ha riunito a Marino la sua componente chiamata Laboratorio Lazio. Le sue parole sono state inequivocabili. «Il rinnovamento di Forza Italia non va in vacanza. La pazienza è finita e prima che questo partito faccia la fine dei dinosauri, o cambia o lo facciamo cambiare. Non si può andare avanti in questo modo, non ci faremo imbrigliare». E ancora: «Gli ignavi e i nominati che controllano il partito non potranno sperare nelle ferie per continuare ad andare avanti senza cambiare nulla. Secondo la logica gattopardesca».
Con lui, in provincia di Latina, ci sono ufficialmente il capogruppo di Latina Giorgio Ialongo e quello di Bassiano, Giuseppe Fonisto. Ma nelle scorse settimane anche il senatore Claudio Fazzone ha avuto contatti con Toti, tanto da mandare alla riunione al teatro Brancaccio di Roma ai primi di luglio i suoi luogotenenti, tra cui Salvatore De Meo e Pino Simeone. Per questo molti dentro il partito cominciano a porsi delle domande: cosa accade se ci sarà la scissione? Dove andremo?
Chi è riuscito a parlare in questi giorni con Fazzone, dice che il senatore è sereno e ha invitato alla calma. Attendere gli eventi, perché chi se ne va rischia sempre parecchio (vedi il caso di Raffaele Fitto). Bisogna capire se la battaglia interna per avere modi diversi sarà comunque vinta (Toti, in particolare, vuole lasciare perché non viene accettata la sua richiesta di primarie aperte per la leadership). Mara Carfagna, l'altra coordinatore nazionale indicata da Berlusconi insieme a Toti, ha detto: «Sono d'accordo con Giovanni sulla 'rivoluzione', ma senza sfasciare tutto. E' importante far esprimere le persone, primarie o congresso è da vedere». Insomma, per il momento i fazzoniani resteranno alla finestra. Ma l'impressione è che stia per finire una storia lunga 25 anni.
Politica
Forza Italia, scissione dietro l'angolo. I dubbi in provincia
Latina - Giovanni Toti è pronto a rompere e a formare una forza politica nuova. I fazzoniani intanto sono alla finestra