Due obiettivi su tutti: rimandare a casa il "Conte-bis" e compattarsi per puntare a governare il Paese. Le tre forze di centrodestra - Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia - di marca territoriale hanno le idee chiare e la conferma è arrivata anche ieri mattina, nella sala congressi dell'Hotel Palace di Terracina, in occasione dell'incontro pubblico che ha fatto registrare la presenza di numerosi militanti dei tre schieramenti e i rispettivi massimi esponenti nazionali e provinciali: per la Lega l'onorevole e vicecapogruppo alla Camera e coordinatore regionale Zicchieri, l'eurodeputato Adinolfi, il segretario provinciale Di Pinto, il capogruppo in consiglio comunale di Terracina Giuliani e il segretario di Terracina Carocci; per Fratelli d'Italia l'eurodeputato Procaccini, il senatore Calandrini, il responsabile provinciale Marcuzzi, il coordinatore di Terracina Caringi e il capogruppo in consiglio comunale di Terracina Avelli; per Forza Italia il consigliere regionale Simeone, il coordinatore provinciale Calvi, il coordinatore di Terracina Basile e il sindaco di Fondi De Meo.
Tutti sono pronti a far sentire la propria voce a Roma, nella manifestazione in programma sabato a piazza San Giovanni, contro quel governo definito «illegittimo e figlio dell'inciucio tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico», e nessuno si tirerà indietro nella «madre di tutte le battaglie, quando porteremo il popolo italiano in piazza per dire basta all'esecutivo dei diktat». Nel mirino, dunque, c'è il governo giallorosso guidato da Giuseppe Conte che è nato, di fatto, da «un'operazione politica - è stato il coro unanime - nata per evitare al popolo italiano di poter votare un governo rappresentativo di ciò che davvero sta a cuore agli italiani: contrastare l'immigrazione clandestina, investire sulle infrastrutture, garantire al Paese uno sviluppo sostenibile ma non pregiudizievole del tessuto economico nazionale».
Il centrodestra, però, sa bene che solo restando unito avrà la possibilità di preparare al meglio lo scontro finale, passando per le agognate urne, contro un centrosinistra «tutt'altro che coeso, che fa il gioco di pochi potentati, ma che potrebbe giocare qualche brutto scherzo inglobando le liste civiche. Un centrosinistra che è un "abominio", che non ha i nostri valori e che non a caso canta "Bella Ciao" e non l'inno di Mameli. Ma noi - è stato un altro pensiero collettivo - dovremo tenere alta la guardia e rafforzare un'unità di intenti sui contenuti, sulle proposte. Una linea omogenea che sia chiara alla gente, soprattutto a livello territoriale. Per questo il primo passo da fare sarà smussare ogni contrasto, ogni minima differenza, avendo come riferimento quella coerenza che gli avversari non hanno e che per noi è soprattutto la difesa dell'Italia e delle sue tradizioni, anche religiose». La strada è tracciata. Il percorso di rinascita è iniziato e dovrà portare «a una regia unica, perché restando compatti potremo governare presto l'80% delle regioni italiane».