"Latina Bene Comune ha finalmente gettato la maschera: da monolite si è rivelata un'ammucchiata che ingloba tutto: Pd, Italia Viva, Rifondazione Comunista e Movimento 5 Stelle. Manca solo Liberi e Uguali".  A dirlo è Nicola Calandrini, senatore e consigliere comunale di FdI, che chiama in causa il sindaco Coletta affinché chiarisca in Consiglio. "Un pentapartito che neanche nella Prima Repubblica, una coalizione persino più larga di quella nazionale che regge il Governo Conte- prosegue Calandrini - Confermo quello che ho sempre sostenuto: la città è caduta vittima di un inganno, di una forza che si è professata come civica e che invece ora si è rivelata di sinistra, di estrema sinistra, renziana e persino grillina. Ben vengano allora il dialogo e l'ingresso del Pd nella giunta, perché evidentemente è stata questa apertura che ha convinto coloro che si erano celati dietro la corazza dell'antipartitismo a rivelare la vera natura legata ai partiti. I cittadini di Latina sono stati beffati da questi signori che avrebbero il dovere di chiedere scusa alla città, che hanno preso in giro sin dal giorno della candidatura. Forse Coletta ha preso atto che ha bisogno del sostegno dei partiti nazionali se vuole continuare ad avere un futuro in politica. Sarebbe necessario che lui stesso e la sua maggioranza facciano chiarezza, non sulla stampa né sui social network, ma in Consiglio Comunale, che è la sede deputata al confronto e dove dovranno cristallizzare il cambio degli equilibri politici che reggono il governo della città".