Il ritorno in campo di Vincenzo Zaccheo, al momento, non pare abbia smosso più di tanto le acque nella politica del centrodestra di Latina. Da Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia solo silenzio. Pubblicamente l'unico ad aver risposto a una domanda su Zaccheo è stato il senatore Nicola Calandrini, che lo ha definito «una risorsa per il centrodestra». Che vuol dire tutto e niente. La verità è che la figura dell'ex sindaco crea ancora imbarazzo e solleva molte perplessità in una classe dirigente politica che in gran parte è figlia se non proprio la stessa, di quella che nel 2010 mandò a casa Zaccheo firmando la sfiducia dal notaio.

Da animale politico quel è, Zaccheo sa benissimo che a livello locale difficilmente troverà sponde utili ad una sua eventuale ricandidatura. Per questo lo danno tutti molto attivo tra i corridoi della politica romana. Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega, al momento, sono concentrati su come fare a non dividersi alle comunali del 2020 e mettere sul piatto anche la questione Latina significherebbe far deflagrare l'intero pacchetto. Così la questione del candidato sindaco è lasciata ai margini, per evitare appunto rotture premature. Probabilmente Zaccheo aveva calcolato questa reazione fredda dei partiti. Per il momento si tiene stretto l'applauso del pubblico del circolo cittadino, che per lui fa morale. Il resto si vedrà.

Intanto il centrodestra di Latina cerca di capire come muoversi per cementare l'alleanza. Nelle scorse ore il portavoce di Fratelli d'Italia a Latina, Gianluca Di Cocco, ha lanciato un nuovo appello ai colleghi Alessandro Calvi (Forza Italia) e Armando Valiani (Lega), pur senza citarli: «L'obiettivo primario deve essere solo quello di riportare la politica dentro una prospettiva culturale, ne ha bisogno, senza diventa inevitabilmente fragile e rischia di rimanere ostaggio dei poteri forti. I giovani in questo caso sono fondamentali ed è un bene che facciano politica con slancio, passione e con l'inesperienza iniziale, anche sbagliando. Non sarà sufficiente dire che affronteremo il problema. Dobbiamo dire come. Questo è il cambio di paradigma che ci permetterà di dare una svolta positiva al territorio. Per questo ritengo opportuno individuare tutti insieme 4 o 5 argomenti su cui iniziare a stendere un programma di mandato. Non possiamo pensare che il futuro candidato sindaco risolva tutti i problemi con una bacchetta magica. I piani urbanistici, la riqualificazione della marina, lo sviluppo commerciale della città. Sono alcuni temi su cui lavorare. Prima ci muoviamo e meglio è». Insomma, il messaggio sembra essere: non perdiamo tempo a litigare sul candidato sindaco ma pensiamo al programma.