Tra le tante crisi economiche e sociali generate del lockdown c'è anche quella del settore vinicolo e della viticoltura, tra quelli più importanti nell'economia della provincia pontina.
Il settore vitivinicolo sviluppa infatti un milione e mezzo di posti di lavoro tra persone impegnate direttamente nei campi, nelle cantine, nei servizi annessi e nella rete di distribuzione commerciale. In tutta italia, nelle regioni dell'Italia Centrale, Lazio, Toscana, Umbria e Marche e nelle province di Latina e Frosinone, il settore del vino offre lavoro e produce ricchezza per tutto il territorio.

«Un settore che però è entrato in crisi a causa del blocco imposto per rispondere alla pandemia - afferma il deputato europeo della Lega Matteo Adinolfi - Attualmente il distanziamento sociale, la chiusura di bar e ristoranti, la cancellazione delle fiere di settore hanno stroncato le vendite lasciando gran parte della produzione invenduta nelle cantine, colpendo in particolar modo i produttori che fanno vendita diretta e quelli che esportano all'estero. Le piccole e medie aziende, pur di liberare le cantine, vendono i vini a prezzi stracciati sacrificando il lavoro svolto. Altre aziende hanno riconvertito la produzione in alcol distillato dal vino, salvando parte del fatturato ma mortificando anni di tradizione e svendendo il valore del MadeInItaly. Confragricoltura tra le sue proposte al ministro Bellanova ha inserito anche la vendemmia verde intesa come distruzione totale o eliminazione dei grappoli non ancora giunti a maturazione, riducendo a zero la resa della relativa superficie viticola", utilizzando l'articolo 47 del regolamento UE n. 1308/2013 che stabilisce la possibilità, per i viticoltori, di beneficiare di un sostegno sotto forma di pagamento forfettario per ettaro. Oltre a questo, come membro dell'Intergruppo sui vini e prodotti tipici del Parlamento Europeo, mi impegnerò per tutelare le aziende in difficoltà e sostenere la creazione di un fondo specifico per il supporto al settore vitivinicolo europeo così gravemente colpito dalla pandemia in atto e dalla azzerata mobilità dei consumatori»