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Rubrica - Comunicare Bene, in pratica

Silenzio e linguaggio del corpo: quando le parole non servono (o rovinano tutto)

Ti sei mai reso conto che a volte, mentre parli, il tuo interlocutore ha già capito tutto dal tuo sguardo? O che un silenzio imbarazzante in realtà comunica molto più di mille parole?

Silenzio e linguaggio del corpo: quando le parole non servono (o rovinano tutto)

Ti sei mai reso conto che a volte, mentre parli, il tuo interlocutore ha già capito tutto dal tuo sguardo? O che un silenzio imbarazzante in realtà comunica molto più di mille parole? La comunicazione non verbale rappresenta circa il 70% di ciò che trasmettiamo agli altri, eppure spesso ne siamo inconsapevoli: possiamo scegliere cosa dire e cosa non dire, possiamo provare a mentire, ma il nostro corpo parla per noi. E dice la verità, anche quella che non vorremmo dire, nella vita e nel lavoro. Vediamo come.

1. Il potere del silenzio consapevole

Il silenzio non è assenza di comunicazione, ma comunicazione intensa. Imparare a stare in silenzio nei momenti giusti può essere più efficace di qualsiasi discorso.

Per esempio: Durante una trattativa, dopo aver fatto un'offerta, resta in silenzio. Molti, per disagio, tendono a riempire quel vuoto abbassando il prezzo o facendo concessioni non necessarie. Chi sa gestire il silenzio mantiene una posizione di forza. Tutto il contrario di chi invece si trova senza parole di fronte ad una domanda…

2. Il tuo atteggiamento parla per te, prima ancora che tu apra bocca

La schiena dritta, le spalle rilassate e lo sguardo diretto comunicano sicurezza e affidabilità. Al contrario, spalle curve e sguardo sfuggente trasmettono insicurezza o, peggio, mancanza di sincerità.

Per esempio: Quando entri in una riunione di lavoro, fai attenzione a come ti presenti fisicamente. Una stretta di mano decisa, uno sguardo diretto e una postura eretta creano subito un'impressione positiva, prima ancora che tu abbia detto una parola.

3. Lo sguardo: finestra sulle tue intenzioni

Gli occhi non mentono quasi mai. Uno sguardo attento e interessato dimostra rispetto, uno sguardo distratto o spesso rivolto altrove comunica disinteresse. Peggio ancora se non riesci a stare 2 minuti senza guardare il cellulare.

Per esempio: Durante una conversazione importante, mantieni un contatto visivo regolare, ma naturale (70-80% del tempo). Evita di fissare in modo insistente ma anche di guardare troppo spesso altrove.

4. La distanza: rispetta la zona di comfort

Ogni cultura ha le sue norme sulla distanza interpersonale. In Italia, la distanza comunemente accettata è di circa 50-70 cm. Invadere questo spazio può creare disagio, stare troppo lontano può sembrare distacco.

Per esempio: Se noti che il tuo interlocutore fa un passo indietro mentre parli, probabilmente ti sei avvicinato troppo. Rispetta questo segnale non verbale senza farlo notare. Al contrario vedere che si protende verso di te dimostra interesse.

5. I gesti che tradiscono

Le mani raccontano spesso ciò che non diciamo. Braccia incrociate possono indicare chiusura o difesa; toccarsi il viso durante una conversazione può rivelare nervosismo o disagio.

Per esempio: Durante un colloquio di lavoro, tieni le mani visibili e i gesti aperti. Evita di toccarti continuamente il viso o i capelli, gesti che potrebbero essere interpretati come segni di insicurezza.

6. Quando il silenzio è d'oro e le parole sono d'argento

Ci sono momenti in cui tacere è la scelta migliore: quando l'emozione è troppo forte, quando l'altro ha bisogno solo di essere ascoltato, o quando hai bisogno di tempo per riflettere.

Per esempio: Un amico ti confida un problema personale. Invece di lanciarti subito in consigli non richiesti, prova a restare in silenzio, annuendo e mantenendo il contatto visivo. Un silenzio empatico comunica supporto e vicinanza più di qualsiasi frase fatta, sono un “ti capisco”, un “ti sono vicino” che chiunque può comprendere.

In conclusione, imparare a leggere e utilizzare consapevolmente il linguaggio non verbale può trasformare profondamente la tua efficacia comunicativa. Ricorda: non è solo ciò che dici, ma come lo dici – o scegli di non dirlo – che fa la differenza.

Come sempre ti invito a scrivermi se vuoi condividere qualche osservazione o proporre un argomento per i prossimi articoli. Il mio indirizzo email è d.bersanetti@gmail.com. Grazie a chi mi ha scritto in queste settimane. Alla prossima!

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