Degrado, abbandono, sciatteria, in una parola una pessima immagine per la città. Quella che utenti e dipendenti si trovano davanti ogni giorno entrando negli uffici del settore Attività produttive del Comune di Latina. Due piani nello stabile dell'ex scuola di via Varsavia, un concentrato di uffici particolarmente frequentati dal pubblico ora destinato al restyling contenuto nel progetto finanziato nell'ambito del bando delle periferie. Questa è l'ultima promessa che stavolta sembrerebbe più concreta, ma non sicuramente realizzabile in tempi brevi. Peccato però che i dipendenti attendano da sei anni una soluzione alle disagevoli condizioni in cui lavorano, ovvero da quando gli uffici Suap, commercio, economato, condono ed antiabusivismo sono stati trasferiti in questa sede. Per capire di cosa si parla, basta andare a vedere con i proprio occhi lo stato dello stabile nei giorni di apertura al pubblico: sei lunghi inverni con riscaldamenti a singhiozzo, con i condizionatori split negli uffici mentre i corridoi e i bagni restano invece completamente al gelo, con quasi tutti i bagni inagibili e rotti, con impianti da rifare completamente, con muffa ed infiltrazioni in alcune stanze, in particolare quelle adibite ad archivio, (alcune sgomberate lo scorso anno) con tubature arrugginite, buchi nel muro in corrispondenza degli interventi tampone eseguiti e mancanza di prescrizioni anti-incendio. Una situazione vissuta dai dipendenti, e concentrata solo al piano terra, che in questi giorni ha raggiunto l'apice con piccoli allagamenti in un bagno e in un corridoio. Le condizioni della struttura, più volte denunciate negli anni e verificate anche nel corso delle visite occasionali degli assessori al ramo che si sono succeduti, sono state oggetto di un'assemblea sindacale il 22 gennaio scorso con le sigle Cgil, Cisl e Uil e l'ennesimo appello ufficiale rivolto a sindaco, direzione generale e Asl. Da quel momento nessun cenno ufficiale è arrivato. Ad oggi, dopo le segnalazioni vecchie e di inizio 2019, poco o nulla è cambiato a parte piccoli interventi tampone: nessuno dei lavoratori si toglie mai il cappotto, né per andare a prendere una fotocopia, né per andare in toilette. E i bagni, quando sono agibili, restano luoghi per stomaci forti. Perché l'amministrazione non pensa ad un trasferimento in attesa dei lavori da affidare con bando pubblico (con tutti i tempi lunghi di queste procedure che ne conseguono) nell'ambito del progettone? Un problema che riguarda nella stessa misura personale ed utenza, ma che risulta particolarmente gravoso per chi lavora da anni in questa sede assolutamente inadeguata per la seconda città del Lazio.