«E' opportuno spegnere i riflettori, non entriamo nel merito tecnico della sentenza del Consiglio di Stato. Si sta lavorando per correggere il passaggio censurato dai giudici». Il sindaco Coletta nell'ultimo consiglio comunale si era espresso in maniera netta sui risvolti tortuosi dell'ultima sentenza, favorevole a De Vizia, arrivata a frustrare i sogni di gloria della maggioranza nella gestione dell'azienda speciale Abc. Come se già non stessero bastando i problemi con il mancato mutuo, l'assenza del nuovo piano industriale approvato, e gli obiettivi tutti abbondantemente lasciati per strada e relegati nella coda d'anno del 2019, la sentenza ha rimesso in moto preoccupazioni e zone d'ombra sulla scelta fatta (l'azienda speciale al posto della gara pubblica) che sembravano dfinitivamente accantonate. E uno dei partiti più agguerriti nel chiedere risposte è proprio il Partito Democratico che, fino ad un anno fa con il segretario Moscardelli riteneva Abc una scelta giusta, salvo poi ricredersi. «Non si possono spegnere i riflettori su ABC che presenta criticità finché queste non verranno rimosse - spiega la consigliera Nicoletta Zuliani - È chiaro che il sindaco e coloro che hanno creato l'azienda speciale senza presupposti certi vogliano oggi cercare di minimizzare quanto accade. Ma chi fa opposizione seria e responsabile non può lasciar passare certe incongruenze». Zuliani lascia sul tappetto degli interrogativi inquietanti sostenenedo che il Comune non abbia ancora neanche inoltrato le pratiche necessarie per richiedere il mutuo da 8 milioni di euro alla Cassa Depositi e Prestiti. «Nella commissione trasparenza del gennaio 2018 - dice la dem - la segretaria generale si fece scappare che tutti gli atti erano corretti e legittimi, salvo poi smentire di averne mai dichiarato la legittimità con una nota qualche giorno dopo: il consiglio di Stato ha oggi certificato che è un segmento dell'iter non era legittimo. Ad oggi ancora non risulta neanche inviata la documentazione presso la cassa depositi e prestiti per chiedere il muto di 8 milioni, e ricordo che 8 milioni è una tranches assolutamente minima rispetto a quell o che l'azienda richiederebbe per funzionare a regime. Altro presupposto importante è che il Comune sia dotato di uffici adeguatamente strutturati e dotato di organico per la gestione dei controlli e dei rapporti con l'Azienda: non dobbiamo spendere troppe parole per ricordare che la condizione della macchina amministrativa a tre anni dall'insediamento di questa amministrazione è assolutamente carente sia di strutturazione che di organico, tanto da essere continuamente rimodulata sia nell'attribuzione delle competenze che riguardano l'azienda speciale (tuttora è afferente a ben tre diversi assessori), sia nelle competenze attribuite ai dirigenti, oggi appesantiti ognuno da un "pezzo di urbanistica" frantumata in 1000 diverse competenze attribuite a ben 4 diversi dirigenti tra cui quello dell'ambiente già carico a causa di ABC». Per Zuliani oggi l'azienda risulta disallineata rispetto agli atti di indirizzo che il Comune ha dato: «Il comitato di vigilanza ancora non esiste, e sarebbe dovuto essere lo strumento importante di raccordo con i cittadini. Ecco perché i riflettori rimarranno accesi su ABC»