Il fatto
29.04.2024 - 17:34
Sabato scorso, prima della sfida di campionato tra Lazio e Verona, l’aquila Olympia ha volato sopra il rettangolo di gioco dello stadio Olimpico con una dedica speciale al nostro Gianluca Atlante e al libro su Vincenzo D’Amico.
Il libro è stato presentato mercoledì scorso al circolo cittadino, tra tanti appassionati, volti del calcio - locale e nazionale - che la sala del Circolo Cittadino ha fatto fatica a contenere. Sul palco e in video si sono alternati in tanti: Stefano Benedetti di Cittaceleste e il calciatore Bruno Giordano (anche in sala), il figlio di Vincenzo D’Amico Matteo, Giancarlo Oddi. La prima nazionale del libro del nostro collega Gianluca Atlante, edito da LabDfg “Vincenzo D’Amico. Volevo solo giocare nella Lazio” è una festa per ricordare il grande calciatore prima, e poi volto della Rai, legatissimo alla sua città: Latina. Qui ha iniziato a tirare i calci al pallone, qui lo ricordano con affetto in tanti. L’idea, spiega l’autore, «nasce grazie al sostegno della famiglia di Vincenzo, una famiglia allargata che ha accolto questo progetto con vero entusiasmo». Per il Comune di Latina c'era l’assessore allo Sport Chiarato: «Siamo riuniti qui per ricordare un figlio di Latina. Si chiude la rassegna ‘Sport tra le righe’ e non poteva esserci finale più bello grazie al libro di Gianluca Atlante, un giornalista capace di scrivere con la dovuta delicatezza e che ha saputo rispettare la memoria di Vincenzo».
Bruno Giordano ha raccontato come Vincenzo D’Amico non era solo un giocatore ma un fratello, un amico, un gigante della Lazio, andato a Torino per un anno per poi tornare alla sua squadra: quella maglia gli mancava, quella maglia era profondamente sua. Ritornano le parole “gentilezza”, “generosità”, “attaccamento”. Sono queste che identificano l’uomo, il campione e il ragazzo che giocava nel cortile delle case popolari. C’era anche Laura Corrotti al Circolo Cittadino, consigliera della Regione Lazio, qui non solo nel ruolo istituzionale, ma anche come tifosa. Perché va detto, che è stata una serata dedicata ai tifosi veri, quelli per i quali la squadra è religione, ma in sala ci sono anche alcuni romanisti. L’editore del libro, Giovanni Di Giorgi ha sostenuto questo progetto da latinense e da tifoso. Un progetto editoriale che come D’Amico parte da Latina e arriverà a Torino, fino al Salone del libro dove il 9 maggio verrà presentato insieme a Renato Zaccarelli, Mauro Foschia e Guglielmo Buccheri. Toccanti i ricordi di James Wilson (figlio di Pino, capitano della Lazio del ‘74), Stefano Re Cecconi (figlio di Luciano), Gabriele Pulici (figlio di Felice), Massimo Maestrelli, (figlio di Tommaso, allenatore della squadra), che lo chiamavano affettuosamente “zio”. Rispetto e affetto per un uomo che, anche nei ricordi di Giovanni Malagò, Gabriele Gravina, Ciccio Graziani, ha segnato la vita di tanti tifosi e non solo. “Grazie - dice Atlante - ho sognato e sperato che la città rispondesse così. Grazie alla famiglia di Vincenzo, alla mia famiglia. Volevo bene a Vincenzo, non si poteva fare altrimenti”.
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