Lo scenario
13.12.2024 - 19:30
Oltre ai fatti del campo, in casa Latina l’attualità chiama i riflettori anche sulle offerte che stanno arrivando nella sede di Piazzale Serratore in questo periodo. Sono due le manifestazioni d’interesse per le quote del club rese note a mezzo stampa (sulle colonne del nostro quotidiano), arrivate direttamente sulla Pec della società nerazzurra. Una inviata dieci giorni fa da una consociata della Facility Consulting Group, l’altra 48 ore orsono dalla società romana Sviluppo srl, rappresentata dall’ex magistrato Vitalone. Non saranno le sole iniziative esplorative giunte in questi mesi alla società, ma a quanto pare il presidente Antonio Terracciano ha sempre scelto di non accettare l’invito a sedersi attorno a un tavolo. Succederà anche questa volta? Pare proprio di sì. Ma alla base delle richieste di incontri c’è innanzitutto la fattibilità dell’operazione a livello economico, vale a dire che le società che si sono fatte avanti vogliono andare oltre le semplici “carte” del bilancio che è disponibile e pubblico per tutti
Ma cosa dice, appunto, il bilancio del Latina 1932 alla chiusura del 30 giugno 2024? Cominciamo col dire che l’esercizio è stato chiuso in positivo, come successo d’altronde in ognuno dei sette anni della gestione Terracciano. Il conto matematico è presto fatto: alla voce valore della produzione, il documento firmato dal Giuseppe D’Apuzzo - che oltre ad essere vicepresidente del club ne è anche il commercialista - riporta la cifra di 3 milioni e 623 mila euro (circa 200 mila euro in più rispetto all’anno precedente); alla voce dei costi della produzione la cifra è di circa 3 milioni 465mila euro (nel 2023 era di 3 milioni 261 mila euro) e la differenza dunque tra ricavi e costi è di circa 158mila euro. Non male se si pensa a quanto sia difficile coprire tutte le spese di una società del calcio professionistico italiano in un momento del genere.
Dentro al bilancio
Addentrandosi meglio nel documento approvato dalla società, balza all’occhio una cifra importante alla voce dello stato debitorio, che ammonta a 1milione e 630mila euro. Vale a dire un dato che va oltre il 50% del valore della produzione. Una passività che deriva dai debiti verso le banche (264 mila euro), verso fornitori (340mila euro), dai debiti tributari (625mila euro), dai debiti verso istituti di previdenza sociale (43mila euro) e da altri debiti (355 mila euro). Debiti da scontare per la cifra di 955mila euro nell’esercizio 2025, mentre la restante parte (674mila euro) è stata spalmata (probabilmente attraverso rateizzazioni) oltre il 2025. Ma a venire in soccorso al club - che altrimenti andrebbe incontro a difficoltà -, c’è il milione di euro che la società vanta nei confronti dei creditori, suddiviso in “crediti verso clienti” e “altri crediti”. A questi vanno aggiunti i 567mila euro di fatture da incassare ancora da sponsorizzazioni.
Braccio di ferro col Comune?
Ai crediti ancora da incassare, la società di Piazzale Serratore aggiunge anche 254.321 euro che chiede al Comune di Latina per lavori straordinari eseguiti al Francioni nel quinquennio 2017-2022. Un braccio di ferro, visto che rispetto all’anno scorso non è ancora stato incassato neanche un euro dal sodalizio che aveva già emesso fatture che l’amministrazione non sembra aver pagato: uno stallo di cui però non è dato sapere molto di più.
Gli incassi
Alla voce incassi la società dichiara di aver ricevuto 387mila euro dai botteghini, 167mila euro da proventi immobiliari, 300mila euro di plusvalenze finanziarie, 754mila euro di contributi in conto capitale e la bellezza di quasi 2 milioni alla voce generica di “Altri ricavi e proventi”. Il club pontino ha ricevuto anche 293mila euro come contributo per il minutaggio dei giovani (nel 2023 era stato di 420mila euro), 179mila euro per la legge Melandri e 190mila come contributo straordinario della Lega. Il tutto a fronte di costi di produzione che, tra stipendi e tanto altro, ammontano a circa 758mila euro.
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