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L'evento

Odisseo Festival torna all'essenza

Con la direzione artistica del Teatro Kappao a Formia, gli eventi a settembre

Odisseo Festival torna all'essenza

Un ritorno alla semplicità dell'incontro, fino all'essenza per ridefinire le priorità e riconfermare la piena dignità di un Festival e del suo contenuto.
È una parola "complicata" semplicità in un'era in cui si è tesi a riempire e in cui togliere appare una bestemmia, ancor più se questa ultima azione è frutto di una maturità acquisita che permette di superare apparenze e convenzioni.


Odisseo Festival torna quest'anno a Formia con questo intento, nel segno di una scelta "politico-culturale" che va in tale direzione per "dialogare con chi entra in un luogo, si siede, sceglie la prospettiva, decide di stare e di ascoltare". Sarà una quinta edizione intorno all'idea di una presenza effettiva e nella dinamica di una riflessione comune.
Le Arti performative contemporanee restano al centro della kermesse, sotto la direzione artistica del Teatro Kappao, realtà che dal 2010 è impegnata nella produzione di spettacoli, festival, eventi, attività di formazione che esplorano la potenzialità dei linguaggi artistici di oggi utilizzando nuove tecnologie come strumento di ricerca e di sperimentazione.
Sono quattro le giornate previste a settembre nella città del Sud Pontino, grazie alla collaborazione del Comune e del Parco Riviera di Ulisse che hanno contribuito alla realizzazione di un progetto scandito al momento da tre date, sullo sfondo di due suggestivi scorci formiani: il Parco di Gianola e il Borgo di Castellone.


I tre interventi performativi sulle orme di quella spinta di ricerca che è innata nello spirito creativo del Teatro Kappao, vogliono rappresentare un trittico sul dogma, la genesi, la tragedia dell'immagine e il rapporto con l'Umano.
Al Parco di Gianola, il 5 settembre andranno in scena dalle ore 18 "Hypazia" e "Fantasmagoria", rispettivamente una performance di teatro-danza ispirata alla figura della scienziata e filosofa greca "icona del coraggio della libertà di pensiero e dell'amore per la cultura"; e un viaggio attraverso il sentimento del mare "che indaga la complessità della condizione umana, tra visioni, memoria, fragilità e speranze, sul filo dell'onirico".
Il 9 settembre, stessa location ma alle ore 20, sarà presentato lo studio performativo ispirato a "Le Troiane" di Sartre "La dimenticanza dell'umano", per mostrare l'attualità del racconto mitico nel nostro presente.


Al caratteristico Borgo di Castellone, il 7 e l'8 settembre (ore 18), oggetti, opere e storie si intrecciano ne "L'ipotesi dell'oggetto", uno spettacolo adatto ai bambini e agli adulti.
Queste le parole del direttore artistico del Festival, Gianni Tudino: "Quest'anno scegliamo di approcciare a un Festival che si componga nel tempo, attuando tutti quei processi di incontro, collaborazioni, idee futuribili che vadano a plasmare una programmazione naturale rispetto alle possibilità spaziali, di intenti e finanziarie. Questo perché i territori e gli enti finanziatori non sono più in grado di garantire sostegno a tutti gli operatori culturali, la capacità produttiva è vincolata ai fondi ministeriali e regionali, insufficienti per investire e programmare a lungo termine.

È necessario per noi, quindi, non ridurre il fatto artistico alla sola spettacolarizzazione né mai rispondere ad una richiesta di mercato, ma ricollocare l'azione e i processi delle produzioni in un percorso di più ampio respiro che parta dalla ricerca e dalla pratica del pensiero. Abbiamo sentito - prosegue il direttore - la necessità di una scelta politico-culturale che ci mettesse in una condizione di serenità, immaginando un Festival organico ma in continuo movimento e costruzione. L'obiettivo è riuscire a ribaltare sempre di più quell'idea di spettacolo (e di teatro) inteso come ‘prodotto' da guardare e analizzare all'interno di un sistema pre-scritto di codici e convenzioni, privilegiando invece la visione di un insieme di processi e pratiche da esperire, indagare, che coinvolgono lo spettatore. Scegliamo di permeare la memoria attraverso l'essenzialità, e di tenere fede alla relazione più importante: quella che ci lega al pubblico".

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