Cerca

Sul palco del Brecht va in scena "Il Frutto"

Sul palco del Brecht va in scena "Il Frutto"

Formia

Sul palco del Brecht va in scena "Il Frutto"
Sul palco del Brecht va in scena "Il Frutto"

Sabato prossimo, alle ore 20.30, al Teatro Bertolt Brecht di Formia l'ultimo appuntamento della stagione “Teatro Libera Tutti”, promossa dal collettivo formiamo all'interno del progetto “Officine culturali” della Regione Lazio e del riconoscimento del MIBACT. In scena la compagnia Imprevisti e Probabilità con la nuova produzione “Il frutto” per la drammaturgia di Soledad Agresti, in scena con Barbara Russo, e la regia di Raffaele Furno. Lo spettacolo è idealmente la conclusione di una trilogia drammaturgica che continua la ricerca sul femminile inaugurato dall'autrice Soledad Agresti con i precedenti testi “La Gamba di Sarah Bernhardt” (vincitore del Premio La Scrittura della Differenza 2010, miglior regia al Premio Aenaria 2014) e "Il Bambino che verrà" (debutto al Roma Fringe Festival del 2013). Un intreccio tra la scrittura scenica dell'autrice e le metafore visive ideate dal regista. La gestualità delle due attrici è netta, secca, precisa. L'intera idea di messa in scena si incentra sul binomio “accogliere” e “rifiutare”, perché le donne sono generalmente percepite come accoglienti, nutrici, ma le due protagoniste hanno subito, e forse agito più volte, azioni di rifiuto terribili ed estremi. Su tutto campeggia un albero virtuale che si trasforma e si illumina per sottolineare lo stato emotivo delle due donne. C'è una connessione emotiva ed energetica tra le attrici dello spettacolo e l'albero, Ida e Ada sono due donne sole. Una è la donna chiara, l'altra è la donna scura. Ida e Ada potrebbero essere due aspetti della stessa donna. Ida e Ada sono state entrambe abbandonate da uomini approfittatori, che da loro volevano solo una cosa.... quella cosa là. Tra Ida e Ada c'è un segno di confine, che delimita i loro spazi vitali. Un confine marcato sul palcoscenico da una striscia scura, netta, che taglia il palco a metà. Ma questo confine non è un muro, piuttosto una membrana permeabile che mette Ida e Ada in comunicazione, pur tenendole separate. Le due donne superano questo limite nei loro momenti onirici, quando chiuse nella loro solitudine immaginano, ricordano, sognano, pregano o imprecano. Tra Ida e Ada c'è un albero di mele. A chi appartiene? Chi lo ha piantato? Chi ha diritto a godere del frutto che ne nasce? Questo frutto della terra scatena la violenza drammaturgica dello spettacolo. 

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione