Nicolò è un ragazzo del 2005 che veste la maglia de La Pelota Fc Aprilia. Il calcio è la sua passione, fa l'attaccante e porta anche un numero importante sulle spalle. Quel numero dieci che identifica il giocatore di estro e fantasia, quasi un punto di riferimento per tutta la squadra. Ma stavolta Nicolò non si è distinto per un gol o una prodezza sul campo, stavolta ha fatto molto di più. Siamo nel campionato dei Giovanissimi, sul sintetico del Centro Sportivo "La Pelota", nel derby tra l'Aprilia e la Connect, società apriliana di calcio giovanile. Nel secondo tempo della partita l'arbitro fischia, tra l'incredulità generale, un calcio di rigore. C'è qualche protesta, perché a detta degli avversari il fallo non c'era (e lo si vede anche dalle immagini). Nicolò, senza dire nulla, decide di mettere tutti d'accordo: posiziona la palla sul dischetto, aspetta il fischio del direttore di gara, poi allarga il destro e mette la palla fuori tra gli applausi e il "bravo" di tutti quanti. Un gesto che non può passare inosservato, soprattutto in una settimana in cui sui campi importanti del calcio dei grandi ha attirato le attenzioni con polemiche, sospetti e veleni.