Lo sport è una delle vittime "preferite" del Coronavirus. Tantissime le attività agonistiche ufficiali, dalle più piccole a quelle di maggior rilievo, che sono ai box in attesa di una ripartenza che in molti casi appare difficile calendarizzare. E tante attività sono bloccate anche presso il Centro di Preparazione Olimpica "Bruno Zauli" di Formia, in seno al quale il direttore Davide Tizzano, 51 anni, due volte oro alle Olimpiadi nel canottaggio, spera che l'imminente primavera sia la stagione della rinascita.
Direttore, un clima incredibile quello che si vive.
«Incredibile è dire poco. Non avrei mai pensato che questo virus arrivasse ad una escalation tale da paralizzare il mondo, e da creare problemi dei quali forse non abbiamo ancora piena contezza».
Quasi uno stato di guerra.
«Siamo tutti sotto pressione, è normale, dobbiamo seguire mille precauzioni, ma ripeto che tante difficoltà ci attenderanno alla conclusione dell'emergenza. L'economia è ferma, totalmente, e per ripartire nel modo dovuto ci vorrà del tempo».
Pochi ospiti in questa fase.
«Solamente qualche azzurro dell'atletica leggera e le giovani del tennis femminile, queste ultime da noi ormai da tempo. Ma per loro parliamo solamente di allenamenti outdoor. Il calendario estivo prevedeva la presenza di diverse nazionali di atletica leggera (su tutte Cina e Polonia), le Nazionali azzurre maschili di calcio Under 19 e 17 per un doppio stage di lavoro, oltre agli specialisti del salto con l'asta e diverse iniziative con i campi estivi: adesso è tutto aleatorio, e non ci tocca che rimanere alla finestra».
La conferma dell'eccezionale stato di cose sta nella sospensione del raduno della Nazionale italiana di sollevamento pesi, che era di fatto iniziato da pochi giorni.
«Non si poteva fare altrimenti, non vi erano più le condizioni per proseguire. Comunque, non appena terminata l'emergenza, torneranno da noi per proseguire il loro lavoro, che viaggia non solo in chiave olimpica ma anche nell'ottica che Formia possa diventare il loro centro tecnico permanente; e non è un semplice auspicio, bensì una strada che stiamo percorrendo insieme».
Capitolo Olimpiadi di Tokyo: c'è davvero il rischio di un rinvio?
«Più che un rischio direi che si tratta di una ipotesi concreta, perché quello che sta accadendo in tutto il mondo fa capire che il problema non sarà di semplice e rapida soluzione. Del resto, lo sport ad alto livello ha già conosciuto alcuni rinvii eccellenti, come gli Europei di calcio, il Roland Garros di tennis ed il Giro D'Italia, e se si arrivasse anche ad uno stop dei Giochi Olimpici non ne sarei certo stupito».
Se così fosse quale potrebbe essere la nuova collocazione? Al prossimo anno?
«Il mio è un pensiero del tutto personale, che non vuole certo sostituirsi al lavoro del Comitato olimpico internazionale, ma credo che la collocazione più felice possa essere quella del 2022, insieme alle Olimpiadi invernali già fissate per quell'anno a Pechino. E da quel momento prendere poi la nuova cadenza quadriennale».
In questo momento come scorre la vita al Centro di Formia?
«Possiamo dire che stiamo sfruttando questo momento delicato, del quale credo che tutti avremmo fatto a meno, per compiere tutta una serie di lavori ordinari e straordinari, oltre ad un' ampia sanificazione che sarà assai importante quando torneremo a pieno regime».
Quando si spera di poter vedere lo stadio degli Aranci a pulsare di quella vita agonistica che tutti conosciamo?
«L'auspicio è che per il mese di maggio si possa tornare ad accogliere gli atleti ed a parlare serenamente di sport. Ci vorrà del tempo per riprendere il normale corso della vita, ma sarà importante ripartire. Ed alla grande».