Tre anni a Latina, alla corte della Top Volley. Ed un ricordo, per molti indelebile, di un uomo di spessore, prima che di un immenso giocatore. Vladi Grbic, oggi, vive l'Italia da lontano, ma con la stessa passione che ha contraddistinto i suoi anni nel nostro Paese, soprattutto quelli in terra pontina. Anni che hanno lasciato il segno.
Cosa pensi del momento attuale e quanto il tuo sport ne sta risentendo?
«La pallavolo ne sta risentendo moltissino. A parte il discorso legato al rinvio di un anno delle Olimpiadi, quando non c'è la continuità dell'attività si soffre e, poi, il danno sarà il supporto finanziario che verrà a mancare per le difficoltà economiche del dopo coronavirus».
Latina è stata una delle tue "case": che ricordi hai degli anni trascorsi in terra pontina?
«Esperienza meravigliosa, come la città. Ho degli amici con i quali sono ancora in contatto (Gianfranco Micillo, ndr). Amici del mondo della pallavolo e non. Con mia moglie, spesso ricordiamo quei momenti vissuti a Latina».
Qual'è il ricordo più bello degli anni trascorsi a Latina?
«Il palazzetto pieno, le vittorie ottenute, le serate al ‘Blu e Giu' e da Salvatore al mare e. poi, il mare stesso».
Un aneddoto di quel periodo al quale ti senti particolarmente legato?
Nei tre anni vissuti a Latina, ogni giorno aveva qualcosa di particolare, di speciale. Ce ne sono stati molti, non me la sento di trovarne e, dunque, di preferirne uno solo».
Segui ancora la pallavolo italiana? Che idea hai del nostro campionato?
«La seguo molto e credo che il vostro sia di nuovo il piu forte campionato al mondo con delle ‘corazzate' ed una serie giocatori importanti. Mi rende felice vedere i palazzetti pieni, il livello è ottimo».
La finale olimpica di Sydney 2000 contro la Russia e quel recupero sensazionale è il ricordo più bello della tua carriera?
«Purtroppo si, perché ricordano solo quel momento di tutta la mia carriera. In effetti quel giorno ho raggiunto il livello più alto della mia grinta, della volontà e della passione di una vita sportiva iniziata in giovane età all'ombra di mio padre, sotto i suoi insegnamenti, in un paese di 2350 abitanti. Verrebbe voglia di farci un film».
Come si viene fuori da una situazione del genere?
«Come? Come si vince l'oro alle Olimpiadi? Un giorno alla volta, mettendo a fuoco la cosa piu importante, quella che vogliamo ottenere, la più importante per noi».
Un messaggio diretto al popolo italiano e a quello di Latina e provincia che tanto ti ama.
L'ho già fatto sui social. L'Italia è la mia seconda patria. Ho giocato 11 stagioni, sono cresciuto e maturato in Italia, un popolo al quale voglio un bene incredibile al pari di quello serbo. Vi dico solo una cosa: siate forti e decisi a sopravvivere, perché questo lo dobbiamo ai nostri antenati. Tocca a noi essere responsabili e capire l'importanza del momento ed essere pronti a combattere ogni giorno migliorando noi stessi e valorizzando cosa e chi abbiamo vicino. Forse tutto questo ci sta servendo e ci servirà a capire il vero valore della famiglia, della natura, della vita. Fate in modo che tutto quello che sta accadendo, vi richiami ad un senso di responsabilità maggiore. Questo è il messaggio che mi sento di mandarvi».
Volley, il personaggio
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