Il presente della pallavolo italiana è un qualcosa che è stato cancellato. Andrea Giani, uno degli uomini che ha scritto la storia di questo sport partendo dalla "sua" Sabaudia nel 1982, vuole guardare avanti.
Il volley ha chiuso anzitempo la stagione, cancellando di fatto tutti i campionati. Pensi che sia stata una scelta giusta?
«Tutti avremmo voluto continuare a giocare, però farlo, come è successo nell'ultima gara, a porte chiuse, è davvero brutto. Noi andiamo in campo per produrre, anche e soprattutto, spettacolo. Detto questo, sarebbe stato ingiusto, come era stato paventato, giocare solo ed esclusivamente i play off per assegnare lo scudetto. C'era da finire ancora la stagione regolare con squadre in lotta per la salvezza, dove bisognava assegnare i piazzamenti. La Federazione ha fatto bene, a questo punto, ad annullare tutto».
Facciamo un bilancio di quest'annata agonistica molto strana?
«A Modena siamo contenti di come è andata. Abbiamo chiuso con un secondo posto, anche se con una partita in più rispetto a Perugia ma, comunque, con lo scontro diretto da giocare in casa e con la finale di Supercoppa. Dalla sconfitta di Padova del 26 dicembre 2019, non abbiamo più perso una partita. Il mio è un bilancio positivo».
La Top Volley Cisterna ha sofferto molto in questa stagione. Che idea ti sei fatto di questa squadra?
«Una bella squadra con dei giocatori forti e che ha offerto un'ottima pallavolo. Gli sono mancati un po' di punti, perché tante partite le hanno giocate bene, lasciando per strada occasioni importanti. Mi sono piaciuti, in particolare, il francese Patry ed il tedesco Karlitzek. Tubertini ha fatto un ottimo lavoro, a lui, come alla società, vanno i mei complimenti».
Immaginiamo che in questi momenti il pensiero vada anche alla tua terra adottiva, alla meravigliosa Sabaudia.
«Sabaudia è un pensiero fisso. Mio padre è lì da solo, quando avrò l'opportunità tornerò sicuramente».
Da ex canottiere, lo sai che avrebbe dovuto ospitare una prova di Coppa del Mondo, ma che comunque è entrata di diritto nel gotha del canottaggio internazionale?
«Sapevo della Coppa del Mondo, anche perché uno degli organizzatori è un mio amico. Peccato, ma so già che ci saranno altre occasioni che finiranno per arricchire la città e tutto il territorio».
Alla luce di quanto accaduto e di quanto sta accadendo, che futuro ha la Superlega?
Il futuro è incerto, perché le variabili sono davvero tante. Può essere un momento di ripartenza, ma bisognerà far fronte ad una crisi economica importante e qui sarà determinante che il Consorzio di Lega, così come accadde sette anni fa con la nascita di questo campo, dia la possibilità alle varie società di sistemare le loro situazioni».
Il tuo presente ed il tuo futuro.
«E' legato a Modena. Faremo dei passi indietro per garantire le stesse certezze».
Chi lo avrebbe vinto il campionato se si fosse continuato a giocare?
«Stesse percentuali per noi, Civitanova e Perugia. Visti gli scontri diretti, eravamo un po' sullo stesso livello».