Cinque anni alla corte di De Laurentis a Napoli e non è ancora finita. Perché Cristiano Giuntoli, fiorentino doc, è uno di quelli che difficilmente molla la presa.
Difensore arcigno da giocatore, Direttore Sportivo tra i più quotati in Italia, in un presente a tinte azzurre.

Nel suo cuore, però, hanno trovato spazio anche i colori nerazzurri, nonostante in quella stagione ‘95-‘96 ne siano successe di tutti i colori dalle parti di quello che oggi è Piazzale "Michele Serratore".
«Non ci pagavano ed è questa l'unica nota stonata di quella stagione. Per il resto, di Latina ho un bellissimo ricordo».

Ne vogliamo parlare?
«Il fatto che ancora oggi mi sento con diversi compagni di quella squadra come Bruno Incarbona, Michele Iannicola, Claudio Filippi, Bianchini e Rovani, la dice lunga sulla forza emotiva che quel gruppo riuscì a trasmettere e a tramandare».

Una squadra che...
«Con un'altra società, e lo dico con cognizione di causa, avrebbe fatto una grande stagione. C'erano giocatori di valore, vedi il povero Musella, che alla fine, contro tutto e tutti, sono riusciti a centrare una salvezza, forse impensabile alla fine del girone di andata».

Amici fuori e dentro il rettangolo di gioco.
«Ricordo che io ero in casa con Liguori e Ferrari, in un appartamento al Pantanaccio. Andavamo spesso al Morbella, c'era un rapporto strettissimo tra di noi, anche lontano dal campo. Amicizie vere che abbiamo continuato a coltivare nel corso degli anni».

Diciannove presenze ed un gol in quella stagione.
«Segnai il momentaneo gol del vantaggio nella trasferta sul campo del Giugliano. Poi, però, perdemmo 2-1 quella partita dove, nei minuti finali, successe veramente di tutto».

E l'amichevole con la Lazio di Signori e Zeman?
«Ricordo anche quella. Anche perché Beppe ci fece girare la testa un po' a tutti. Un bel pomeriggio di calcio, quella Lazio giocava davvero un grande football».

Torniamo al gruppo di quella stagione e alla voglia di arrivare alla salvezza contro tutto e tutti.
«Giocammo un ottimo girone di ritorno dove, se non vado errato, perdemmo soltanto tre partite. Uno dei ricordi più belli, sicuramente, il derby vinto a Formia con un gol di Musella. Giocammo su un campo al limite della praticabilità, ma riuscimmo a portare a casa la vittoria per la felicità dei nostri tifosi con i quali festeggiammo a fine gara».

E le settimane al campo?
«Meravigliose. Uno dei ricordi più belli è legato a ‘Bicio', il nostro magazziniere. Teneva lo spogliatoio come un gioiello, non facendoci mancare mai nulla».

Oggi il Latina, dopo quattro anni di serie B, è tornato nell'anonimato della serie D.
«Dispiace, anche perché la città è bella ed una piazza come Latina meriterebbe ben altri palcoscenici».