Benvenuti nella buona scuola. Quella frequentata da insegnanti carismatici, professionisti volenterosi e studenti pronti a mettersi in gioco. Un piccolo miracolo didattico, educativo e sociale, avvenuto al liceo "Leonardo Da Vinci" di Terracina solo qualche mese fa. Dove un'insegnante di Latino e Greco, la professoressa Francesca Grillo, è riuscita ad inserire nel mai sufficiente anno scolastico nientemeno che il cinema. Quello con la C maiuscola, coinvolgendo alcune classi (in prevalenza di quinto, ma anche di quarto e di terzo), in un autentico progetto di alternanza scuola-lavoro.

Gianmarco, Aurora, Annalisa, Mattia, Erica, Giorgia, Simone, Lorenzo e Lorena, sono gli studenti che con poco più di 100 ore di lezione, hanno conosciuto e praticato l'artigianato della Settima arte, diventando insieme attori, costumisti, sceneggiatori, registi. E pensare che tutto è partito dall'ultima ora di lezione, quella più pesante, che non passa mai. «Per tenere alta l'attenzione leggo libri di narrativa ad alta voce ai miei studenti, mi è sempre piaciuto e ho notato che piace anche a loro», racconta la professoressa Grillo, che ha scelto un libro contemporaneo, anche abbastanza duro: "Da dove la vita è perfetta", romanzo di Silvia Avallone, che racconta la storia di giovani di periferia, alle prese con la vita adulta. L'idea, nata grazie alla grande predisposizione cinematografica della scrittura di Avallone (e si veda il film "Acciaio" tratto da un suo romanzo), è stata di farne un booktrailer, la sintetica presentazione in video.

A gennaio la docente coinvolge il regista pontino Antonio Fasolo con il direttore della fotografia Marco Federici e Riccardo Mazzucco al montaggio. Sono tutti nel collettivo "Uneven Eye". «Sembrava un compito impossibile, a me e a loro - dice senza timore Fasolo - Ma i ragazzi stupiscono sempre. In cento ore di lezione sono riusciti a fare l'impossibile». Il regista omette di dirlo, ma se il booktrailer è diventato un vero cortometraggio, è merito soprattutto della sua caparbietà e di quella della professoressa. Che non si sono accontentati.

Coinvolti mani e piedi, ben oltre i compensi e il tempo previsto dal progetto, per tirare fuori dalle 350 pagine una sintesi per immagini. «Si tratta di una storia particolarmente dura, su un gruppo di giovani che in una periferia qualsiasi si trovano a vivere il dramma del conflitto tra genitori e figli, la sfida di una precoce genitorialità, il problema della droga, appena affacciati su un mondo adulto complicato», raccontano Fasolo e la Grillo. «Eppure, leggendo, in poco tempo i ragazzi del liceo sono entrati nella vita - ben più complicata della loro - di Zeno, Adele, Manuel, Dora, Fabio e gli altri. I loro coetanei romenzeschi. Ne sono diventati la voce, il volto». Una grande sfida, quella di "far combaciare le parole con le cose", per usare uno dei leitmotiv del libro stesso che ha molto colpito i ragazzi. «Si sono dovuti industriare nella scelta dei pezzi di romanzo, nei vestiti, nelle zone della città in cui girare», spiega il regista, e anche la professoressa Grillo ha recitato la parte di una mamma, ha aperto casa sua per girare. Insomma, il contatto tra realtà e romanzo in certi casi è stato vicinissimo.

Il risultato c'è stato. A dirlo, la scrittrice Silvia Avallone in persona, che in questa storia di audacia e coraggio dopo essere stata informata della piccola avventura del "Da Vinci" ha risposto subito con una lunga lettera che è un lungo grazie. «Mi avete reso follemente felice», scrive. «Il mondo si cambia anzitutto nelle aule, raccontando che esiste sempre un'alternativa, un'altra strada. Una scelta al posto di un destino. Non vedo l'ora di stringerle la mano», dice rivolta alla professoressa Grillo. E non è escluso che Silvia Avallone, a Terracina arrivi davvero. Nel frattempo, a questi coraggiosi genitori, figli, docenti, studenti e professionisti, la mano la stringiamo anche noi.

La lettera di Silvia Avallone agli studenti e alla professoressa Francesca Grillo

Cara Professoressa Francesca Grillo

mi avete fatto venire le lacrime agli occhi. Ma tutta l'emozione e la gratitudine che ho provato ve le ho scritte di getto nella lettera che trova in allegato. 

Così esordisce la e-mail di risposta di Silvia Avallone alla professoressa Francesca Grillo e agli studenti del liceo Da Vinci, dopo aver visto il teaser realizzato con la regia di Antonio Fasolo. Di seguito. La versione integrale della missiva. 

Grazie.
Grazie a Gianmarco Del Monte, Aurora Tadini, Annalisa Zizzo, Mattia Bacha, Erica Schiavon, Giorgia Capua, Simone Coppola, Lorenzo Ceci, Lorena Capodiferro. Siete stati perfetti. Ammesso che la perfezione esista e sia interessante. Correggo il tiro: siete stati autentici, pieni di vita, di sensibilità, di talento. Li avete donati ai miei personaggi, li avete resi reali. E avete fatto a me un regalo straordinario, che mi ha emozionata e commossa; che non mi aspettavo.
Grazie a tutte le classi del Liceo Leonardo da Vinci di Terracina che hanno partecipato, ad Antonio Fasolo, Marco Federici e Riccardo Mazzucco. Avete trasformato il cuore del mio romanzo nel miglior teaser che potesse ricevere. Complimenti! Siete stati grandiosi. Avete affrontato temi e sentimenti non facili, individuato passaggi cruciali, sottolineato le frasi a cui tenevo. Siete stati coraggiosi.
Sono rimasta incantata dalla vostra bravura. Vorrei raggiungervi subito, fisicamente, per abbracciarvi. Invece mi devo impegnare, da centinaia di chilometri di distanza, a far combaciare le parole con le cose. Ci provo. Non so se gratitudine renda abbastanza. Riconoscenza suona un po' formale. Felicità: meglio? È quello che sento. Aggiungo: fiducia. Nel futuro, nel vostro. Ogni generazione nasce e cresce in un momento storico incasinato. Le sfide che vi aspettano sono immani. Ma ho bisogno di dirvelo subito: volate alto, non abbiate paura di essere ambiziosi. Uscite di casa, come fa Claudia alla fine del romanzo, girate l'obiettivo e voltatelo al mondo. Partecipate alla realtà, non rintanatevi nelle vostre stanze. Le potete cambiare, le cose: sì. Le potete raccontare, e quindi comprenderle, misurarle. Credo che la vita non sia una performance (come vogliono farci credere). Non si vince, non si perde. Si vive: conoscendo, amando, costruendo, cambiando. Servono le parole giuste. So che lo avete già capito, ma fatemi essere solo un altro poco noiosa: sono convinta che leggere sia un atto morale, politico, civile. Prendersi cura delle vite degli altri, mettersi nei panni degli altri è una piccola rivoluzione, è vivere al plurale. Quindi grazie per esservi presi cura di Zeno, Adele, Manuel, Dora, Fabio e di tutti gli altri. Spero di potervi abbracciare e annoiare di persona, a Terracina, tra qualche mese.
E grazie, ma non in seconda battuta. Grazie alla pari.
A Francesca Grillo.
Senza insegnanti e maestri non si cresce, non si diventa. E sono certa che lei lo sia, nel senso più alto del termine. Grazie per aver interpretato la madre di Zeno, per aver portato a scuola questo mio romanzo. Per la sua generosità e il suo entusiasmo. La scuola è tutto. Ci credo. Il mondo si cambia anzitutto nelle aule, raccontando che esiste sempre un'alternativa, un'altra strada. Una scelta al posto di un destino. Non vedo l'ora di stringerle la mano.