Molto più che una corsa sui binari, i viaggi dell'anima sanno infilare i punti più cari al cuore in una rotta illusoria che finisce sempre per ingoiarci tutti: "Sì, piccola la terra, ma non piccola intanto l'anima nostra se può concepire l'infinita grandezza dell'universo". Docet Pirandello, che su fogli bianchi aveva visto e accatastato più di una terra invasata dal suo spirito gonfio di sapienza: distese scandite da memorie e immaginosi esercizi di stile oggi vengono a reclamare il loro stallo su una mappa colpevole d'essere sincera solo a tratti. Ad appassionati e curiosi questa sarà svelata nel Convegno Internazionale per il 150esimo anniversario della nascita del genio di Girgenti, atteso al Liceo Scientifico "G.B.Grassi" di Latina per oggi e per domani. Protagoniste, le "Geografie pirandelliane. Luoghi dell'anima, spazi reali e campi della letteratura".
La due giorni letteraria è stata pensata e messa a punto dalla Macroarea di Lettere dell'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", dal Clici, dal Dipartimento di Materie Letterarie del Liceo "Grassi" con un comitato scientifico e un comitato organizzativo d'eccezione e patrocinata – oltre che dall'Assessorato alla Cultura del capoluogo - dall'Istituto di Studi pirandelliani di Roma, dal Centro Nazionale di Studi pirandelliani di Agrigento e dal Centro Europeo di Studi Pirandelliani di Monaco di Baviera, i più fervidi e autorevoli focolai di ricerca sulla figura di Luigi Pirandello nel continente. L'impegno comune di queste istituzioni ha inteso con criticità, consapevolezza e sensibilità delineare un quadro ideale e concettuale dei luoghi fisici, mentali, letterari, in cui l'arte variegata dell'autore agrigentino ha per del tempo trovato albergo: un'attenta disamina delle sue esperienze biografiche, ma anche di quelle strettamente comunicative, e di quegli spazi che in certi aspetti della sua produzione acquistano un valore aggiunto che li elegge a dimore di negazione e marginalità, ha suggerito l'immagine di un naufrago da interrogare con vari linguaggi. Naufrago è Ulisse, viaggiatore costretto, emigrante travagliato dalla nostalgia – "nostos", inteso nell'antichità greca come ritorno e simbolicamente come mancanza - nel suo viaggio insieme reale, esistenziale, ontologico; naufrago del mondo e dell'anima fu anche il poeta-romanziere-drammaturgo siculo, che con le spalle all'Equatore s'incamminò in direzione di Bonn, Roma, Parigi, che lo sorpresero a studiare e confrontarsi con la sua più profonda e irremovibile meridionalità, fino a quel buen retiro chiamato Nuova Colonia, geograficamente indefinito.
Questo percorso tutto pirandelliano si comporrà, allora, di tappe effettive e affettive in cui si ritrovino le parti di una più completa chiave di comprensione del "figlio del Caos", che forse neanche esiste, tanto è arcano e screziato il suo ingegno. Converseranno con il pubblico, tra gli altri, Angelo Fàvaro, Rino Caputo, Franco Salvatori e Paola Populin da "Tor Vergata", Deborah Ferrelli dall'Università di Londra, Fausto Diaz Padilla dall'Università di Oviedo, Epifanio Ajello dall'Università di Salerno.