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Il report

Viaggio tra i parchi fantasma, dove incuria e degrado fanno da padroni

Tantissime le aree verdi con arredi e giostre vandalizzati e non sostituiti da molto tempo, dal centro alla Q4

Ci sono disattenzioni croniche nel tessuto di una città, segni incurabili di una malattia che si chiama degrado e che da molto tempo ne ha contaminato gli organi vitali, dalle strade alle piazze, dai luoghi di ritrovo ai parchi senza soluzione di continuità. A vedere lo stato dei parchi cittadini chi ne fa le spese sono i bambini, la fascia della popolazione che invece dovrebbe abitare luoghi accoglienti, pensati per loro con arredi e giochi decorosi e quantomeno funzionanti. Non è quello che accade a Latina perché basta girare per parchi pubblici, piccoli e grandi, per capire, tranne poche eccezioni, che i bambini non sono una priorità: altalene rotte quasi ovunque, senza le sedute, scivoli mancanti o danneggiati, staccionate di recinzione divelte, arredi ormai vandalizzati e non sostituiti da tempo, un quadro che si aggiunge a quello dei rifiuti ciclicamente abbandonati da cittadini incivili e non raccolti con frequenza adeguata, uno scenario ormai abituale in molti parchi cittadini.

Quello che sorprende è la condizione oramai di ‘parchi fantasma' di moltissime aree verdi cittadini che erano state concepite come luoghi di svago per bambini e famiglie e che invece a quella funzione non assolvono più ormai da tempo, nell'indifferenza delle amministrazioni che si susseguono, da quella Coletta alla gestione commissariale all'ultima di centrodestra della Celentano. Abbiamo trovate giochi danneggiati e altalene inutilizzabili, ormai scheletri senza sedute, in moltissimi parchi cittadini, dal parco di via Varsavia a quello di via Giulia Alicandro, dal parco Santa Rita a quello di largo Farrouphila in Q4, senza contare il degrado generale dell'Oasi Verde in Q4 e di parchi anche centrali e più volte citati dai politici, come il parco Falcone e Borsellino e il parco San Marco. In quest'ultimo come nel parco Petrucci- Cottignoli, il Berlinguer, e l'area giochi dell'Oasi Verde- Susetta Guerrini, come aveva già segnalato Lbc tempo fa, molti attrezzi dell'area fitness sono stati vandalizzati e non sono più utilizzabili, la staccionata è stata divelta e i giochi d'acqua del laghetto sono già fermi perché manca una costante pulizia dei filtri che andrebbe fatta ogni due mesi. In generale ormai in città sono molte le aree nelle quali giostre sono inutilizzabili e da tempo non allettano più bambini e famiglie di coraggiosi cittadini (come potrebbe essere altrimenti?) in contesti nei quali spesso anche l'illuminazione è carente e più volte, come prima dell'estate, l'erba era arrivata a livelli tali da cominciare a insidiare le sedute di questi giardini inghiottendo lo scheletro degli arredi ludici che furono. Il decoro, uno dei capitoli del libro di Coletta lasciato maggiormente indietro in questi anni, attende interventi concreti e celeri, come nelle promesse fatte dagli assessori a margine dell'ultimo bilancio di assestamento approvato. Attendiamo.

La città dei bambini, ma solo a parole
Latina la città dei bambini, Latina la città dei giovani. Di slogan come questi ne è piena la storia del capoluogo degli ultimi venti anni ed è facile intuire che sarà un filo conduttore tra quelli in preparazione per la candidatura della città a capitale della cultura 2026. Difficile immaginare che la città possa ambire a questo titolo, pur se legittimo sperarlo, se ci si ferma a guardare ai suoi luoghi, alle mancate attenzioni che le ultime amministrazioni, dal vecchio centrodestra, ai commissari fino all'ultima civica dei recenti sei anni indietro, hanno dedicato alla città nell'arco di un ventennio relegando questa comunità ad un degrado inarrestabile e quasi certosino, restringendola nel perimetro angusto di porzioni urbane dimenticate e irrimediabilmente consegnate alla sciatteria: marciapiedi rotti e sporchi, strade dissestate, cassonetti stravecchi a contornare il paesaggio, arredi trascurati e non sostituiti, giostre rotte e rimaste a presidiare parchi solitari pieni della buona volontà di famiglie che coltivano la speranza che qualcosa cambi.

«La prima grande opera per Latina sarà liberarla dal degrado urbano. Pulizia, decoro, ordine e sicurezza, saranno le prime azioni. Garantire sempre cura e manutenzione degli spazi pubblici». E' solo uno dei passaggi nel capitolo 'Cura e bellezza della città' che il nuovo sindaco ha stilato, (tra gli altri anche la centralità della persona e l'attenzione alle fragilità) contenuto nel suo programma elettorale, un programma che avrà bisogno ancora di molto tempo, viste le premesse, per essere attuato. Ma è lecito chiedere soluzioni visibili in fretta: perché ‘la città dei bambini' voluta da Coletta è ormai un progetto che annaspa, lasciato indietro e dimenticato. Era stato istituito il consiglio comunale dei bambini con l'allora assessore Cristina Leggio, un organo di rappresentanza per dare spunti all'amministrazione che venissero dal basso e che costituissero una speranza per il futuro. La realtà visibile di oggi è che Latina non è una città per bambini sotto molti punti di vista, e volendo tralasciare le poche forme di resistenza rimaste, dalla biblioteca riaperta nella sezione giovani adulti e bambini alle iniziative del florido sottobosco di associazioni che si impegnano per avere voce, e darla, a bambini e famiglie, c'è davvero poco altro. Manca un'offerta culturale adeguata e mirata, mancano luoghi decorosi e agibili, mancano politiche dedicate, manca una considerazione più opportuna e congrua del mondo scolastico nel 2023 e in una città capoluogo. Una scuola che non può essere affidata solo ad interventi di manutenzione occasionali per dirsi considerata, ma che andrebbe supportata con politiche mirate ed un'attenzione non episodica. Che si cominci dai lavori nei parchi, da fondi e programmi dedicati alle scuole, dai progetti cuciti sulle esigenze dei più giovani. Cominciamo a considerare bambini e giovani adulti per il rispetto che meritano, fuori da ogni clichè e da ogni slogan.

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