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La tappa

Il perito del giudice entra nel centro polifunzionale. E trova solo ruggine

Ieri pomeriggio il sopralluogo per redigere la consulenza chiesta dal giudice e stabilire se il Comune deve pagare quasi 400mila euro

Due ore a prendere le misure del mostro accasciato sotto la ruggine. E' un'immagine da periferia dell'impero sovietico quella che ieri pomeriggio si è trovata davanti il perito del Tribunale che deve valutare se per la revoca dell'appalto al Consorzio Aedars il Comune di Latina deve pagare una penale da quasi 400mila euro. Il consorzio nel frattempo è fallito e i beni sono passati all'Agenzia Nazionale per i beni confiscati che ha riassunto la causa di risarcimento avviata da Aedars, con la quale si confutava la legittimità della risoluzione del contratto di appalto. Tutto questo in una dinamica più o meno normale, ma oggi il contenuto di quell'appalto, cioè il centro polifunzionale di Latina Scalo che nel 2012 doveva costare poco meno di un milione di euro, è un ammasso di ferraglie, pericoloso e ammalorato al punto che quasi certamente dovrà essere abbattuto.

Nel pomeriggio di ieri il consulente del Tribunale, il perito di parte e i legali delle parti in causa, cioè Agenzia e Comune di Latina, hanno effettuato un primo sopralluogo ma è possibile che ne serviranno altri. Nella migliore delle ipotesi l'amministrazione comunale riuscirà a scampare il pericolo di pagare il danno della revoca dell'appalto decisa a febbraio del 2012, un mese dopo aver pagato il primo stralcio da oltre 30mila euro. Nella peggiore, invece, dovrà pagare il risarcimento e avrà buttato via certamente anche i soldi spesi per i lavori già fatti, posto che la struttura è pericolosa per l'incolumità pubblica e che anche per effettuare la perizia è stato necessario bonificare l'area, altrimenti l'accesso sarebbe stato impossibile. Dunque in questa curiosa vicenda già ballano quasi 800mila euro gettati alle ortiche, letteralmente.

Il centro polifunzionale di Latina Scalo doveva restituire una nuova veste e più servizi al quartiere ferroviario di Latina e per realizzarlo il Comune si impegnò in un esproprio piuttosto costoso; l'area fu pagata 2,5 milioni di euro al proprietario, la Fondazione Caetani, prezzo spuntato dopo una perizia e un contenzioso complesso. Ma era per una buona causa: creare un centro utile a tutta la cittadinanza dello scalo nell'ambito di un più ampio e complesso intervento di riqualificazione denominato contratto di quartiere volto ad implementare servizi e infrastrutture. Di tutto questo oggi rimane un cumulo di piloni di metallo arrugginiti, di cui peraltro nessuno si è preoccupato fino a quando un giudice del Tribunale civile ha chiesto la perizia tecnica. Cominciata, appunto, ieri pomeriggio.

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