L'evento
16.03.2024 - 13:26
Ex alunni che hanno intrecciato amicizia ed affetto tra i banchi, che in qualche caso hanno continuato a sentirsi nonostante le distanze e nonostante lo scorrere della vita di ognuno. Imprenditori, avvocati, liberi professionisti, impiegati, chi è rimasto a Latina e chi no, chi arrivava da Milano, chi dal Belgio e dalla Svizzera, solo per esserci e guardarsi negli occhi adulti a trenta anni di distanza da quella maturità, dai sogni, dalle idee che ognuno di loro aveva su quei banchi e che poi ha coltivato prendendo strade diverse. C'è stata tanta emozione ieri all'istituto Vittorio Veneto di Latina, per la prima reunion amarcord della V B classe 1994, tre decenni dopo il Diploma per riassaporare, tra aneddoti e ricordi, gli anni più belli nei giorni in cui i ragazzi di oggi festeggiano i 100 giorni dalla maturità. Grazie alla disponibilità dell'istituto, diretto da Sabrina Zottola e ieri rappresentato dalla vicepreside Natasha Del Prete, la V B, diplomata nel 1994, ha potuto celebrare questa ricorrenza tra le mura di quell'edificio che ha raccolto le tracce della loro adolescenza tra studio, spensieratezza e anneddoti di vita.
A rendere ancora più significativo questo momento è stata la presenza della loro storica professoressa di lettere, Annamaria Diffidenti. Una donna di cultura d'altri tempi, il sorriso aperto e accogliente misto a quel carisma e all'autorevolezza rimasti inalterati, come dicono i suoi ragazzi che la ricordano giusta nel dosare severità e benevolenza («eravamo una classe turbolenta – spiega l'organizzatore dell'incontro Gino Cecconi – lei sola riusciva a tenerci in riga»), ma anche la grazia in punta di piedi di chi raccoglie i racconti dei suoi ex studenti con sorpresa ed emozione. Arriva accolta da un applauso: «Devo riportarmi sui banchi per vedervi uno per uno con qualche anno in più – dice la professoressa - io non insegno più, ma essendo diplomata in pianoforte mi dedico ai concerti e alla musica a Roma e non perdo il vizio dell'amata lettura, per me è una 'Vita Nova'». Qualcuno, con il riferimento all'opera di Dante, sorride ricordando chissà quale lezione, tutti la guardano ammirati come chi riconosce che la traccia lasciata è stata grande. Ci spiega che ha respirato la scuola da sempre con il padre preside e la mamma e la sorella insegnanti. E racconta di essere stata allieva all'Università La Sapienza di Roma di Giuseppe Ungaretti, all'epoca dei suoi studi professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea. «Mi disse che non dovevo fare l'insegnante ed eccomi qui, circondata dall'affetto dei miei ex allievi– dice - I ragazzi di oggi? Sono più svegli di quelli di una volta, immersi nella tecnologie, pronti per essere spinti in avanti ma ci vogliono le forze e le energie giuste, come quelle che avevano questi ragazzi».
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