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Storia e Mito

Sulle tracce di Ulisse, riafforano i segreti delle «cave grotte» omeriche

La spedizione di Sotterranei di Roma in una delle cavità meno conosciute del Circeo

«O figlio divino di Laerte, scaltrissimo Ulisse, ora ritorna alla rapida nave e alla spiaggia del mare. Prima di tutto, in secco traete la nave alla spiaggia e nelle cave grotte ponete gli attrezzi e il carico tutto; poi ritorna qui con i tuoi compagni prediletti». Sono le parole che Circe sull'isola Eea rivolge a Ulisse e che ci vengono tramandate dal decimo libro dell'Odissea. Quegli stessi versi, a distanza di quasi tremila anni, creano suggestioni mitologiche attorno la spedizione di Sotterranei di Roma, l'associazione presieduta da Marco Placidi, volta a riscoprire una delle grotte più fotografate ma al contempo meno note di San Felice Circeo: la grotta di Torre Paola. Un antro che, come le «cave grotte» di cui parla l'Odissea, in passato potrebbe essere stato usato come ricovero per le imbarcazioni.

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