L'operazione
28.10.2022 - 16:38
La loro società dedita al trattamento di rifiuti era tra quelle che più assiduamente collaborava con i Piattella, sversando illecitamente rifiuti presso la cava dei veleni di via Corta ad Aprilia. Coinvolti nell'inchiesta Dark Side e condannati per traffico illecito continuato di rifiuti, per la famiglia De Rosa-Faraoni scatta anche il sequestro preventivo del patrimonio illecito accumulato. Un patrimonio del valore di 10 milioni di euro che include conti correnti, quote societarie e immobili, tra quali anche una villetta in via Pantelleria ad Aprilia, presso il quartiere Lampione, al confine tra il comune nord pontino e il territorio di Nettuno. E' scattata nelle scorse ore la vasta operazione coordinata dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, che in collaborazione con il servizio Centrale Anticrimine e la divisione Anticrimine della questura di Roma ha eseguito nelle province di Roma, Latina, Frosinone e L'Aquila il decreto di sequestro emesso dalla sezione specializzata alle misure di prevenzione del Tribunale di Roma.
I sigilli sono scattati nei confronti dei beni immobili, quote societarie e conti correnti intestati alla 79enne Maria Pia Faraoni, al marito Giuseppe De Rosa classe 1944 e Nicola De Rosa di 44 anni, che attraverso la loro società, la Menfer srl con sede legale in via Congiungente ad Ardea - formalmente dedita al commercio all'ingrosso di materiale ferroso ma che di fatto gestiva illecitamente rifiuti speciali - hanno tratto un ingiusto profitto dal conferimento illecito dei rifiuti destinati allo smaltimento. A finire sotto sequestro tutti i beni intestati ai componenti della famiglia, che secondo quanto ricostruito dai magistrati Donatella Pavone, Anna Maria Fattori e Nicola De Rosa avrebbe accumulato proprio grazie all'attività illecita un patrimonio milionario. Tra i beni sequestrati, quelli riferibili ad Maria Pia Faraoni, 11 fabbricati dislocati tra Magliano dei Marsi in Abruzzo, Frosinone, Marino, Pomezia, Roma, Fondi in via Spridione Semenzaro e una villetta di diversi piani ubicata alla periferia di Aprilia, oltre a dei terreni agricoli a Fondi, conti correnti e alle quote societarie detenute alla Menfer di Ardea e presso la Rutilia Immobiliare srl di Roma. Sotto sequestro sono finiti anche i beni riferibili a Giuseppe e Nicola De Rosa, che includono conti correnti e la società Ennedierre Ecologica srl di Roma, le quote societarie della quale erano divise tra padre e figlio. La misura di prevenzione della confisca ha riguardato anche le sedi delle società menzionate e la somma di 6 milioni 893 mila 165 euro, ritenuto dai magistrati un illecito profitto derivante dal delitto di utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, ma anche dal delitto di appropriazione indebita di somme distratte dai conti correnti societari. Insomma a distanza di due anni dalla condanna per traffico illecito continuato di rifiuti, gestione di rifiuti non autorizzata, gestione di una discarica non autorizzata e inquinamento ambientale, la famiglia De Rosa paga il prezzo della collaborazione con i Piattella nel rendere operativa la discarica abusiva di via Corta.
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